Bloccava bambine negli androni per toccarle, condanna definitiva per il pedofilo di San Faustino

Il pakistano mentre segue una delle vittime
Pedofilo seriale di bambine, definitiva la condanna a 5 anni di carcere per il trentenne pakistano arrestato nel 2019 dalla Squadra Mobile. La Cassazione ha confermato la condanna...

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Pedofilo seriale di bambine, definitiva la condanna a 5 anni di carcere per il trentenne pakistano arrestato nel 2019 dalla Squadra Mobile. La Cassazione ha confermato la condanna che era stata inflitta in appello. I giudici della Corte avevano riformato la senza di primo grado, condannando l’imputato a 5 anni di carcere. Il 4 novembre 2020, il gup del Tribunale di Viterbo, lo aveva condannato a 6 anni e mezzo di reclusione e a risarcire ogni vittima con una provvisionale di 5mila euro.

La Corte d’Appello accogliendo in parte le richieste della difesa, avvocato Marina Bernini, gli aveva concesso un’attenuante che gli fece ottenere lo sconto di un anno e mezzo. Il pakistano era stato arrestato su ordinanza del gip dopo che tre minorenni del capoluogo lo avevano riconosciuto come l’autore di molestie. L’indagine della Squadra mobile inizia a maggio del 2019, quando diverse bambine, accompagnate dai genitori, si presentano in Questura per denunciare episodi di violenza.

Le storie che raccontano sono tutte molto simili. In centro, nel quartiere San Faustino, c’è un uomo che prende di mira le ragazzine, le segue e quando sono in prossimità delle loro case le spinge dentro i portoni e prova ad abusare di loro. Nessuna delle vittime del pedofilo avrebbe subito violenza sessuale perché ogni tentativo sarebbe stato stoppato dalle ragazzine. Dopo le denunce il pakistano, riconosciuto grazie alle descrizioni e alle telecamere di sorveglianza sparse in città, viene arrestato. A luglio 2019 tre delle vittime vengono sottoposte a incidente probatorio. Lo stesso giorno si è tiene anche il confronto all’americana. Ovvero l’uomo viene messo dietro un vetro unidirezionale insieme ad altre persone e le ragazze tentano il riconoscimento.

Ma nessuna di loro con certezza punta il dito contro di lui. Il trentenne, quindi, pochi giorni dopo viene scarcerato. E dopo poco gironi dalla liberazione ricominciano ad arrivare segnalazioni di ragazzine seguite per strada e spintonate negli androni in Questura. E arrivano anche altre tre ragazze che negli uffici di viale Romiti lo riconoscono con certezza. E il trentenne torna dietro le sbarre.

I difensori tentano il tutto per tutto ma la strada sembra tracciata. E non resta altro che chiedere un giudizio abbreviato, che consente lo sconto di pena. Davanti al gup del Tribunale di Viterbo la Procura chiede 6 anni di condanna. Alla fine il pakistano ne prenderà 6 anni e mezzo in primo grado e 5 in via definitiva davanti alla Cassazione. L’uomo è ancora recluso in carcere.

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Il Messaggero