Blitz antidroga, era in comunità il braccio destro del capoclan degli albanesi

Polizia
Era in una comunità per tossicodipendenze il braccio destro del capoclan degli albanesi. Ieri mattina gli agenti della Squadra mobile di Roma, con l’ausilio della...

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Era in una comunità per tossicodipendenze il braccio destro del capoclan degli albanesi. Ieri mattina gli agenti della Squadra mobile di Roma, con l’ausilio della Mobile di Viterbo, hanno arrestato 9 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

L’attività di indagine della Squadra Mobile, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha fatto emergere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’associazione per delinquere composta da italiani e albanesi, operante prevalentemente in Acilia, dedita al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Il gruppo inoltre acquistava quantitativi di droga, li trasportava su auto intestate a terze persone per nasconderli all’interno di appartamenti e box nella disponibilità di alcuni indagati e rifornire altri spacciatori. Uno degli arrestati, il 32enne Glend Burhanaj, detto Quorri, è stato raggiunto dalla misura cautelare proprio a Viterbo.

L’albanese di trovava nella Tuscia perché sottoposto a obbligo di dimora in una comunità per tossicodipendenze del capoluogo. Secondo quanto ricostruito dalla Dda Burhanaj sarebbe stato il braccio destro del capo del sodalizio criminale Petrit Bardhi. Uomo che faceva affari principalmente con i Casalesi. Nel corso dell’indagine sono stati sottoposti a sequestro complessivamente 5 kg di cocaina, 43 kg di marijuana e 82 Kg di hashish. Tutti marchiati.

L’associazione aveva infatti un marchio di fabbrica, segnava i panetti di droga con l’effige di Spongebob. «Burhanaj - spiegano gli inquirenti - organizzato e gestito un traffico di sostanze stupefacenti coordinand il collocamento, l'occultamento, la lavorazione e lo smercio di cocaina, hashish e marijuana.». L’arrestato a Viterbo è stato trasferito nel carcere di Regine Coeli.

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Il Messaggero