Biodistretto Maremma etrusca e monti della Tolfa: il primo per estensione nel Lazio

Biodistretto Maremma etrusca e monti della Tolfa: il primo per estensione nel Lazio
Via libera al Biodistretto della Maremma Etrusca e dei Monti della Tolfa. 18 mesi dopo i primi passi la giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi in via definitiva il...

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Via libera al Biodistretto della Maremma Etrusca e dei Monti della Tolfa. 18 mesi dopo i primi passi la giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi in via definitiva il progetto. Sarà il quarto nel Lazio, il primo per estensione territoriale. Quattro i comuni coinvolti: Monte Romano, Tarquinia, Allumiera e Tolfa. 


«Un traguardo storico, che aiuterà i territori a rilanciarsi ed a valorizzare i prodotti agricoli», spiega il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi.

Le basi gettate il 28 febbraio 2020 con la nascita del comitato promotore, un patto per lo sviluppo green del territorio sottoscritto dai produttori biologici, dalle amministrazioni locali e da ambiti della società civile coinvolta; proseguito poi con la richiesta presentata il 3 agosto scorso in Regione che ha avviato l’iter di riconoscimento. 

«In un certo senso si è trattato della naturale evoluzione per un territorio ricco di tipicità locali e di elevata qualità ambientale tali da costituire un fattore di sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali dell’area». 
Benessere, ecologia, equità e precauzione i cardini sui cui poggia il progetto mission del quale è la volontà di diffondere la cultura del biologico, i principi dell’agro-ecologia e stabilire un modello di sviluppo sostenibile compatibile con le esigenze dei territori e delle comunità. 

«Il Bio-distretto della Maremma Etrusca e Monti della Tolfa rappresenterà un modello territoriale di innovazione delle politiche e dei programmi agricoli, agroforestali, alimentari e di sviluppo rurale – continua nella nota il sindaco di Tarquinia - capace di affrontare le attuali sfide sociali, economiche, ambientali e dei cambiamenti climatici, in coerenza con gli orientamenti e le indicazioni dell’Agenda OnU 2030, dell’Unione Europea e della Commissione». 

In tutti i Biodistretti infatti, pur con le differenze territoriali e culturali che li contraddistinguono, l’agricoltura biologica è considerata lo strumento chiave per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio, in alcuni casi minacciato dall’abbandono delle campagne, o sotto la pressione di un’agricoltura intensiva.

«Ora gli enti e i privati si costituiranno in associazione riconosciuta che dovrà redigere il Piano Triennale di sviluppo in conformità a quanto previsto dagli strumenti di programmazione dell’Unione Europea, nazionale e regionale», si legge. L’obiettivo più prossimo è quello di ottenere i primi importanti finanziamenti europei finalizzati all’adozione di ogni iniziativa diretta a valorizzare natura, paesaggio, agricoltura e settore agroalimentare».

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Il Messaggero