Belcolle, pediatri cercansi: il bando che pesca anche tra gli specializzandi

Belcolle, pediatri cercansi: il bando che pesca anche tra gli specializzandi
Medici di famiglia e guardie mediche, ma anche pediatri. Sono le figure sanitarie la cui carenza è più forte in tutta Italia, senza che Viterbo faccia eccezione. E...

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Medici di famiglia e guardie mediche, ma anche pediatri. Sono le figure sanitarie la cui carenza è più forte in tutta Italia, senza che Viterbo faccia eccezione. E infatti, dopo gli escamotage studiati dalla Asl per rispondere alla carenza dei primi due (quali deroghe ai pensionati, contratti a termine e aumento del massimale dei pazienti), ora tocca anche ai dottori che si prendono cura dei più piccoli. Questa volta, l’iniziativa riguarda i pediatri che operano all’interno dell’ospedale di Belcolle.

La premessa, messa nero su bianco, è d’obbligo: “L’azienda – si legge nel provvedimento adottato in questi giorni - ha estrema difficoltà ad assumere medici specializzati in pediatria e le iniziative sino a oggi intraprese non hanno conseguito gli obiettivi prefissati”. Tra i tentativi falliti, il concorso indetto il 13 aprile di quest’anno per 4 posti di dirigente medico nella disciplina, e nelle cui mori è stata espletata la procedura speciale di assunzione per soli titoli rivolta ai candidati. Procedura “che tuttavia non ha consentito di reclutare personale”. Poi, il 21 luglio “è stato richiesto a tutte le Asl del Lazio di trasmettere graduatorie concorsuali attualmente disponibili, relative a tutte le discipline dei profili professionali della dirigenza", con esito negativo.

Un quadro complicato che fa dire alla Asl come “riveste carattere di urgenza l’assunzione di medici appartenenti alla disciplina e rafforzare i servizi sanitari, anche per far fronte ad ulteriori assenze dal servizio del personale”. Ecco quindi la “modalità rapida e snella” individuata per tamponare l’emergenza e “garantire i livelli essenziali di assistenza” all’interno del reparto di Pediatria: un avviso aperto di manifestazione di interesse per la costituzione di rapporti di lavoro a tempo determinato con medici specialisti nella disciplina o equipollenti, o con medici iscritti a partire dal terzo anno del corso di specializzazione (sempre nella materia).

“La difficoltà a reperire personale – conferma Paolo Giampietro, presidente della Fimp, la Federazione italiani medici pediatri della provincia – riguarda sia l’ospedale sia i servizi sul territorio”. Per questi ultimi, già nei mesi scorsi la soluzione auspicata dal sindacato di categoria era quella chela Regione Lazio imboccasse la strada già battuta altrove ma anche all’interno di ospedali laziali: ricorrere, cioè, agli specializzandi del quarto e quinto anno per assegnazioni provvisorie in situazioni di emergenza, in attesa che scorrendo le graduatorie si riesca a trovare qualcuno pronto ad accettare l’incarico definitivo.


Al momento nella Tuscia sono presenti 33 pediatri negli ambulatori sparsi tra i comuni. “Ce ne sono tre in meno rispetto al passato perché – racconta Giampietro – i colleghi sono andati in pensione e non sono stati sostituiti”. Le tre postazioni tagliate si trovano una a Viterbo, una a Civita Castellana e un’altra a Capranica. “La situazione – commenta – è frutto del combinato disposto della carenza di pediatri e del numero sempre inferiore di nascite. Al momento, resta da coprire in via definitiva la postazione di Acquapendente, mentre ovunque la scelta per il paziente è alquanto limitata”. Il nuovo accordo di categoria siglato a livello nazionale e non ancora recepito dalla Regione Lazio, prevede un incremento del massimale di un centinaio di pazienti pro-capite: dagli 800 si potrà salite a 880, ma solo in casi particolari.

 

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Il Messaggero