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Le giornate buone sono quelle in cui la “radio non canta”. Ma a Viterbo, negli ultimi tempi, di radio silenziose e giornate buone se ne contano poche. La radio è quella della Volante della Questura e il canto sono le richieste di intervento. A bordo con loro c’è anche il Messaggero. Seduti sul sedile posteriore affrontiamo l’ennesimo servizio rafforzato del sabato sera a Viterbo. Uno di quelli richiesti e effettuati dopo la riunione del Comitato ordine e sicurezza insediato in Prefettura, che ha l’obiettivo di arginare e prevenire gli episodi di microcriminalità. Fatti e fatterelli che nel capoluogo nelle ultime settimane hanno creato allarme e fatto accendere le discussioni.
Partiamo nel pomeriggio oltre alla Volante oggi, sabato 14 ottobre, nelle strade viterbesi ci sono anche gli agenti del reparto prevenzione crimine di Roma, a loro il compito di sorvegliare le strade del capoluogo con posti di blocco e controllo. La Volante è in ausilio a loro ma soprattutto è l’occhio vigile e attento in città. I posti di blocco sono itineranti. Prima davanti al cimitero, poi giro perlustrativo a viale Trento.
Prossima tappa il Sacrario, teatro spesso di risse tra sud americani e spacciatori che si nascondono tra gli angoli del parcheggio. Ma questo è un sabato piuttosto tranquillo. Lo dice anche il funzionario che quasi non crede alle sue parole. Pochi minuti, e qualche macchina in più fermata per una controllo di routine, arriviamo a Valla Faul. Teatro e soprattutto regno dei ragazzini. Le pattuglie del reparto prevenzione crimini di Roma si dispongono per i controlli, ma della moltitudine di ragazzini che affollavano il parcheggio non c’è più traccia. Segno evidente che la presenza e l’attenzione al territorio delle forze dell’ordine ha fatto il loro gioco. La Volante in questi servizi è sempre presente, con due zone su quattro (le altre sono assegnate ai carabinieri), da controllare. Una forza pronta a scattare, pronta a essere presente in qualsiasi emergenza.
L’emergenza arriva alle 17,35. La radio canta: tocca a “Zara”, nome in codice (l’alfabeto fonetico della Nato usato dalle forze dell’ordine) che avverte le Volante. A via Saffi è richiesto un intervento immediato. Il vice commissario Giulio Cristofori risponde alla chiamata e in una frazione di secondo si parte alla volta del centro storico. Una donna di origine domenicana, in preda a un raptus di gelosia, è pronta a un gesto estremo. Pochi minuti, dopo e tanto struscio del sabato pomeriggio in centro evitato, arriviamo sotto il civico indicato dalla radio. Dalla strada si sentono le grida, lei è particolarmente agitata.
Quello che gli agenti della Volante ancora non sanno è che all’ingresso non troveranno solo una donna con un coltello in mano pronta a tagliarsi le vene perché il compagno la tradisce, ma tre bambine di uno, due e cinque anni con gli occhi grandi che guardano quella scena quando vorrebbero solo giocare a nascondino. C’è tensione, armi bianche e urla nel piccolo appartamento del centro storico. Ma in un paio di falcate la Volante entra, chiude la finestra aperta sul vicolo e toglie il coltello dalle mani della donna. Giovanni, che è ai primi mesi alla Volante di Viterbo, chiama le bambine. Le distrae, sorride loro e le riporta nel mondo in cui dovrebbero stare. Una manciata di minuti e torna la calma. La mamma viene riportata alla ragione e caricata sull’ambulanza del 118, mentre le bambine vengono affidate alle cure di chi potrà aiutarle in sicurezza.
L’emergenza è terminata, la luce sulla Volante viene spenta. Ma il lavoro non è terminato. In auto si viaggia per tutta la notte in attesa di emergenze e di persone da salvare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero