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Prima erano tanti, per alcuni troppi. Ma ora sono diventati molto pochi. Crollo verticale dei viterbesi che usufruiranno dell’Adi, l’assegno di inclusione sociale introdotto dal governo Meloni in sostituzione del Reddito di cittadinanza. Come spiega il sito dell’Inps, si tratta di una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro, istituita a decorrere dal 1° gennaio 2024. Misura che però toccherà una platea decisamente ridotta di cittadini. Lo dimostrano i dati dell’Istituto nazionale di previdenza: a livello nazionale, sinora sono state respinte il 26% delle domande, ovvero circa una su quattro,a causa soprattutto dell'"esito negativo sopra soglia sulla Dsu, Dichiarazione sostitutiva unica, del superamento delle soglie di reddito e dell'omessa dichiarazione dell'attività lavorativa”.
Cosa sta succedendo a Viterbo? Lo spiega la Cisl.
Il quadro, insomma, è già chiaro: “Quello che gli operatori del settore si aspettano – continua Durantini - è una flessione riguardo il numero di utenti che avrà accesso all'agevolazione, visto i criteri diventati più stringenti. Se questo può essere giusto nel caso dei pochi che hanno usufruito del reddito di cittadinanza senza averne diritto, a causa dei pochi controlli, non lo è altrettanto nei confronti di coloro che hanno redditi di poco al di sopra della soglia richiesta di 9.360 di Isee e che comunque hanno gravi difficoltà a superare la metà del mese”.
La congiuntura economica attuale non aiuta di certo. “Stiamo attraversando un momento di particolare crisi, legato all'aumento di prezzi generalizzato, soprattutto di generi alimentari ed energia, a causa di criticità come ad esempio i conflitti in Ucraina e nel Canale di Suez, con l'inflazione che aumenta e la perdita di potere d'acquisto di famiglie e singoli” è l’analisi della segretaria Cisl. Difficoltà che al sindacato toccano con mano ogni giorno: “Molti vengono a bussare alle nostre porte per chiederci una mano con le bollette o per accedere a misure di sostegno per l'economia familiare. Noi come Cisl, oltre a proporre al Governo e agli enti locali misure di supporto per le fasce più deboli, insieme all'approvazione di misure strutturali che vadano a mitigare le situazioni di fragilità economica, stiamo – conclude Durantini - monitorando con attenzione i numeri delle richieste dell'Adi per poi farci un'idea più precisa della situazione, in particolare per quanto riguarda lo strumento del supporto formazione lavoro, misura che per il nostro sindacato rappresenterà il focus delle valutazioni più rilevanti”.
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