Arrivano i vincoli: stretta della Soprintendenza su grande fotovoltaico, eolico, noccioleti. Interessati 12 comuni

Arrivano i vincoli: stretta della Soprintendenza su grande fotovoltaico, eolico, noccioleti. Interessati 12 comuni
Il Ministero della cultura (Soprintendenza per l'Etruria meridionale) ha svelato le proposte relative a due nuovi vincoli paesaggistici in provincia di Viterbo. Uno interessa...

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Il Ministero della cultura (Soprintendenza per l'Etruria meridionale) ha svelato le proposte relative a due nuovi vincoli paesaggistici in provincia di Viterbo. Uno interessa il bacino del torrente Arrone, l'altro la caldera di Latera. Non c'è lo stop al fotovoltaico di grande taglia sui terreni agricoli (un anno fa l'ipotesi fu fonte di proteste da parte delle aziende del settore rinnovabili e anche la Regione Lazio espresse parere contrario, mentre nove associazioni ambientaliste si schierano a fianco della soprintendenza). Le nuove misure renderanno comunque - più o meno direttamente - l'autorizzazione e la costruzione di questi progetti molto più complessa rispetto a oggi. Lo stesso dicasi per i mega parchi eolici. Fissati inoltre un argine alla diffusione della monocoltura della nocciola e alcune norme per la tutela degli edifici e dei manufatti rurali "che presentano interesse estetico tradizionale".

"L'ambito paesaggistico del torrente Arrone" interessa, in porzioni diverse, 8 comuni: Arlena di Castro, Canino, Cellere, Montalto, Piansano, Tarquinia, Tessennano e Tuscania. Sei invece i comuni che rientrano nell'"ambito paesaggistico, geologico e geomorfologico dell’orlo della caldera di Latera e delle sue pendici interessate dai centri eruttivi periferici”. Sono: Cellere, Farnese, Ischia di Castro, Latera, Piansano e Valentano. Tutta la documentazione è stata inviata ai comuni per la pubblicazione sull'albo pretorio. Trenta i giorni per la presentazione di eventuali osservazioni.

Stretta sulle fer (fonti energia rinnovabile). Il vincolo impone alle società proponenti di "motivare adeguatamente le scelte localizzative e dimensionali in relazione alle alternative praticabili" e di "tener in opportuna considerazione gli effetti cumulativi derivanti dalla compresenza di più impianti già realizzati o in itinere". Sarà vietata la realizzazione di "nuove recinzioni che pregiudichino la continuità visuale del paesaggio" , mentre verrà estesa la salvaguardia delle visuali "lungo i tracciati della viabilità principale".

No a nuovo cemento. L'obiettivo è "conservare il ridotto indice di fabbricabilità, in modo da salvaguardare l’attuale scarsa antropizzazione del territorio, mediante lo sviluppo qualitativo, non quantitativo, dell’edilizia rurale con diffusione di modelli razionali e progettati mediante il recupero del patrimonio edilizio esistente; promuovere la tutela integrale dei manufatti esistenti (case coloniche, fontanili, etc.)".

Altolà ai noccioleti in difesa degli oliveti. Il ministero dice di fare attenzione al "potenziamento eccessivo di nuove colture estranee alla tradizione agricola locale (mandorle, nocciole, ecc.)". C'è il rischio di "omogeneizzazione eccessiva del paesaggio agricolo, riduzione degli elementi vegetali (siepi, filari alberati) e dei livelli di permeabilità ecologica del territorio oltre all’intenso utilizzo delle risorse idriche e all’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari". Per cui "non saranno consentiti" interventi che alterano "gli assetti arborei affermati o di antico impianto e le colture tradizionali e interventi di sostituzione dei terreni boschivi (anche di neoformazione) con colture agricole incompatibili con i caratteri del paesaggio agrario tradizionale".

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Il Messaggero