Arrestato e rimesso in libertà il trans che ricattava il cliente con video e immagini hot

Un trans fermato (foto di repertorio)
Aveva ripreso il rapporto sessuale con un cliente, poi aveva minacciato di diffondere quel video attraverso i social network. Per non divulgarlo, pretendeva 600 euro di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Aveva ripreso il rapporto sessuale con un cliente, poi aveva minacciato di diffondere quel video attraverso i social network. Per non divulgarlo, pretendeva 600 euro di “riscatto”. Un tentativo di estorsione vero e proprio, quello messo in un atto da un transessuale brasiliano, residente a Viterbo, nei confronti di un cliente che era andato da lui per del sesso a pagamento. Peccato che lo stesso uomo abbia trovato la forza di denunciare il tutto ai carabinieri, rivolgendosi insieme al suo avvocato direttamente al comandante della stazione di Ronciglione, il quale coi suoi uomini ha provveduto ad arrestare il ricattatore.


Le richieste del trans erano arrivate subito dopo il rapporto, con messaggi e fotografie esplicite (dunque delle “prove” del rapporto) inviate alla vittima. Dopo la denuncia, i carabinieri hanno convinto l'uomo a presentarsi a casa del transessuale, fingendo di voler pagare i seicento euro. Hanno così colto il brasiliano – risultato poi avere diversi precedenti alle spalle – e ad arrestarlo in flagranza di reato.

Già lo scorso martedì mattina il transessuale - difeso dall'avvocato Andrea Fabbio - è comparso davanti al giudice Silvia Mattei. Che ha convalidato l'arresto, ma lo ha rimesso in libertà, ritenendo che la prova del reato (estorsione) sia già stata acquisita con il sequestro del cellulare. Il processo inizierà il 10 novembre prossimo, da stabilire con quale rito. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero