Applaudart, il nuovo social network viterbese che mette in contatto domanda e offerta di lavoro

Applaudart, il nuovo social network viterbese che mette in contatto domanda e offerta di lavoro
Sarà un social network che metterà in contatto domanda e offerta di lavoro. Ed è made in Viterbo. Si chiama Applaudart, è una startup di quelle...

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Sarà un social network che metterà in contatto domanda e offerta di lavoro. Ed è made in Viterbo. Si chiama Applaudart, è una startup di quelle veramente innovative, che punta a rivoluzionare anche il concetto di marketing per le imprese. Perché secondo Marco Pulcinelli, uno dei due soci fondatori, «l’importante è lo storytelling, questo è il futuro della pubblicità».


Come è nata l’idea? «Dalla una necessità di trovare la persona giusta per un determinato lavoro. Con Applaudart – dice Pulcinelli - si può conosce prima di contattarla e andare sul sicuro. E’ anche un social network professionale italiano che ha l’intento di aiutare gli autonomi a cambiare il proprio modo di lavorare». Funziona così: «C’è una showroom in cui si può pubblicare un post per mostrare le proprie abilità e su questo si crea un forum in cui le persone interagiscono. Lo strumento offre molti servizi: ad esempio in un’altra sezione si lanciano annunci di lavoro, poi filtrati, che vanno a finire direttamente alle persone interessate».

In un’altra i lavoratori vengono categorizzati e classificati per provincia o regione, dipende dal mercato si vuole affrontare. «C’è un grado di lode: si sa subito se quella persona ha le giuste qualità, se è bravo, puntuale o altro. Sono giudizi che può inserire solo chi ha già sperimentato – continua - per evitare recensioni false. Inoltre ci sono dei profili personali, veri e propri siti in cui vengono registrati lavori e recensioni. Tutto già indicizzato da noi». Applaudart funziona tramite app su smartphone, ma è anche sul web. E’ in fase di lancio, si stanno limando le ultime cose. Copre domanda e offerta in tutta Italia ma punta all’Europa: uno dei due soci fondatori, Kristian Moe, è norvegese e presto sarà attiva anche lì. «In questo progetto sono coinvolte 20 persone, ma potremmo tranquillamente arrivare a oltre 30 nel giro di poco tempo».


Fare una cosa del genere a Viterbo? «E’ come realizzare una cattedrale nel deserto: avrò contattato 500 programmatori, quando si prospetta di lavorare qui dicono di no. Siamo impegnati sul progetto da due anni pieni, non è stato facile, servono competenze elevate». Una di queste è Gianluca Boccacci, l’ethical hacker viterbese, che si sta occupando della sicurezza informativa. La chiave del successo di Applaudart sarà lo storytelling. «L’importante – conclude Pulcinelli – è la narrazione del lavoro: la gente vuole sapere che abilità ha chi sta chiamando e se lavora con passione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero