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Un ambulatorio multidisciplinare post-Covid per non lasciare soli quanti sono stati colpiti dal virus. È il nuovo servizio istituito dalla Asl per “seguire il decorso clinico, funzionale e psicologico indotto dal virus Sars-Cov 2 nei pazienti guariti dalla fase acuta”.
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Nello specifico, lo scopo è quello di “monitorare i negativizzati a seguito di dimissione dalle unità di degenza ospedaliera, arruolando successivamente i pazienti trattati a domicilio dai servizi territoriali, laddove necessario”. La decisione dell’azienda sanitaria è stata assunta sulla base dei risultati delle ricerche sinora condotte, secondo cui “nella popolazione adulta colpita dal virus, i tempi di recupero funzionale variando tra i 6 e i 12 mesi dall’esordio della malattia”.
Al momento, nella Asl di Viterbo il paziente affetto da Covid-19, durante la fase critica, viene preso in carico in regime di ricovero nei reparti di Belcolle e di Montefiascone o presso il proprio domicilio dall’UsCovd e dai medici di medicina generale. Ma gli esperti dell’azienda sanitaria che hanno elaborato il progetto ricordano come “sebbene il Covi-19 sia una malattia infettiva che colpisce primariamente il polmone, il suo possibile coinvolgimento multi-organo richiede un approccio multidisciplinare”. Ed ecco quali sono i numerosi sintomi più comuni riscontrati dopo la fase acuta dell’infezione: stato di affaticamento cronico; debolezza muscolare; dolori articolari; dispnea e tosse; sintomi neurologici: disturbi dell’umore e del sonno; mal di testa; deficit cognitivi (il cosiddetto brain fog); disturbo post-traumatico da stress, ansia e depressione. Ma in alcuni pazienti si sono verificati anche sintomi cardiologici (palpitazioni, dolori toracici, tromboembolismo), insufficienza renale, sequele dermatologiche e disturbi della sfera sessuale.
Una fase pilota dell’ambulatorio multidisciplinare è già stata condotta: sono stati richiamati per un follow up i pazienti dimessi dal reparto di Malattie infettive di Belcolle al fine di individuare il percorso di cura più adatto per un completo reinserimento nella vita sociale e lavorativa. Nella prima fase di attività dell’ambulatorio ora a pieno regime, sono coinvolti i pazienti che hanno contratto il virus da ottobre 2020, con priorità per quanti hanno sviluppato un quadro severo della malattia (come polmonite interstiziale, insufficienza respiratoria e renale acuta). Possono essere contattati direttamente dagli esperti dell’ambulatorio, oppure segnalati dall’UsCovid o ancora dai medici di medicina generale. Oltre a visite specialistiche, i pazienti vengono sottoposti anche a processi riabilitativi e ricevono supporto psicologico. I dati confluiscono in una cartella clinica ambulatoriale integrata, ovvero un sistema informatico che, attraverso la digitalizzazione dei dati, consente la condivisione e l’aggiornamento delle informazioni sul paziente in modo semplice e veloce.
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