Alfonso Antoniozzi, dal Consiglio comunale alla prima della Scala

Alfonso Antoniozzi
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Un viterbese in mondovisione. Stasera, Alfonso Antoniozzi, 55 anni, basso-baritono (indiscussa “gloria” nel ruolo di personaggi lirici buffi) e regista, nonché consigliere comunale del capoluogo eletto nella lista civica Viterbo 2020, interpreterà il sagrestano brontolone nella “Tosca” di Giacomo Puccini in occasione della inaugurazione della stagione lirica de “La Scala” di Milano, trasmessa in mondovisione da Rai Uno, in diretta, alle ore 17,45. Accanto ad Antoniozzi, big come Anna Netrebko (Tosca), Francesco Meli (Cavaradossi) e Luca Salsi (Scarpia); la direzione è Riccardo Chailly e la regia di Davide Livermore. Antoniozzi debuttò alla Scala nel 1993 nel ruolo di Schaunard della “Bohème” a fianco di Mirella Freni e Nicolai Ghiaurov; dirigeva l’orchestra Gianandrea Gavazzeni, la regia era di Franco Zeffirelli. Tornò poi più volte, sempre con Chailly in “Bartolo” del Barbiere e in Geronio del “Turco in Italia”. Poi in Taddeo (“Italiana in Algeri”), Emilio e Beaupertuis (“Il Cappello di Paglia di Firenze”), ancora nel Barbiere, nel Marchese (“Linda di Chamounix”), in Dulcamara (“Elisir d’amore”) e in Melitone (“Forza del destino”) con il maestro Muti. Alla vigilia dell’appuntamento, Antoniozzi non cela l’emozione di calcare di nuovo il palco del tempio della lirica mondiale.

«Parlerei - afferma - di emozioni. Gioia, innanzitutto, perché torno dopo un bel po’ di tempo in un teatro che mi ha dato tanto. Gratitudine, perché dopo trentacinque anni di carriera mi hanno scelto per far parte del cast del 7 dicembre, è non è cosa che succeda facilmente a chi canta principalmente opera buffa, un genere che di solito non si sceglie per inaugurare la Scala; quindi diciamo che per me è un’occasione preziosa e rara. Felicità, perché lavorerò insieme a persone che amo e che stimo».

Antoniozzi-sagrestano brontolone compare nel primo atto, intento ad accudire con pennelli, colori e cesto “ripieno di cibo prelibato” Mario Cavaradossi che dipinge nella chiesa romana di Sant’Andrea della Valle il volto della Maddalena, ritraendo di fatto la seducente marchesa Attavanti. Al che il sagrestano non nasconde un’esclamazione di meraviglia: “Sante ampolle, il suo ritratto!”, seguito da un segno della Croce: “fuori Satana, fuori”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero