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Dante, ancora Dante, fortissimamente Dante nel settimo centenario della morte. Ma ad Acquapendente, sabato, alle ore 21, al Teatro Boni, il Sommo poeta sarà appannaggio non di italianisti e/o di cultori delle terzine della Comedìa, bensì di una grande signora della scena: Lella Costa. Che presenta, con la regia di Gabriele Vacis, lo spettacolo “Intelletto d’amore: Dante e le donne”. Si tratta di un racconto scritto a quattro mani dall’attrice e dal regista in cui alcune figure femminili di Dante parlano direttamente al pubblico, in modo confidenziale, da prospettive “insolite”.
“Naturalmente c'è Beatrice – si legge nella scheda dello spettacolo - ideale dell'amore puro del poeta, ma anche di tanta gente da settecento anni in qua. Beatrice, Francesca, Gemma e Taide: donne diversissime, con storie diversissime, che hanno in comune un uomo, l’Alighieri. Due le ebbe accanto in vita, Beatrice e Gemma, la musa e la moglie; due le cantò nella Divina Commedia, Francesca e Taide, l'amante e la cortigiana”.
Ma qui è inevitabile una domanda: i ruoli assegnati alla musa, alla moglie, all’amante e alla cortigiana, sono così netti come sembrano? La verità è che la virtù e il peccato, la ragione e il torto, il Paradiso e l'Inferno sono frontiere permeabili, e proprio in questa zona grigia stanno le possibilità di sorprendersi ed emozionarsi, di ridere e piangere, come ci accade di fare ascoltando, per la prima volta, le voci di queste quattro protagoniste.
Con ironia e acume, Lella Costa e Gabriele Vacis le chiamano a raccontare la loro vicenda, ponendole al centro della scena e arricchendone la «testimonianza» di riferimenti e digressioni, di incursioni in altri testi, quelli di Euripide o di Shakespeare, fino a determinare balzi repentini nell'attualità degli smartphone, dei tormentoni dell'estate e dei batticuore per i divi. Il risultato finale? L'esito è di fatto una nuova versione della vita e dell'opera dantesca dal taglio inatteso e giovane. Capace di mescolare racconto storico, esegesi, esperienza quotidiana e personale saggezza, espugnando con audacia il piedistallo del Sommo Vate per restituirci un uomo ispirato, appassionato e vivo.
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