Agonia centro storico, il cantiere fantasma per il palazzo crollato

Agonia centro storico, il cantiere fantasma per il palazzo crollato
Detriti in giro e un cantiere fermo o quasi da 18 mesi. E poi immondizia e topi che passeggiano per strada. «Ci avevano promesso una derattizzazione ma neppure quella...

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Detriti in giro e un cantiere fermo o quasi da 18 mesi. E poi immondizia e topi che passeggiano per strada. «Ci avevano promesso una derattizzazione ma neppure quella è stata fatta. Il centro è abbandonato e il degrado avanza».


Giovanni Cento, presidente del comitato civico per la riapertura di via Cardinal La Fontaine, nato lo scorso ottobre, bussa alla porta di sindaco e giunta sperando che, dall'altra parte, qualcuno stavolta risponda. «Da mesi chiediamo un intervento ma finora solo promesse continua c'è stato risposto che il Comune era pronto a agire in danno qualora i proprietari dello stabile non avessero risposto alla diffida ad adempiere.

. Incomprensibile la ragione per la quale, dopo un anno e mezzo, via Cardinal la Fontaine sia costretta a vivere in questo stato». Un'impalcatura a imbragare il palazzo accanto alla chiesa del Gonfalone. Due strade laterali bloccate che impediscono l'utilizzo anche di spazi di privati, erba che cresce e sacchi di spazzatura che si accumulano richiamando gli animali.

«Quello dei ratti è un problema serio, prima di tutto sanitario dice Cento : si parla di rivalutazione e promozione del centro storico, di città turistica e poi si offre la vista su questo scempio». Problema, per altro, sottolineato anche dai turisti che nel periodo natalizio hanno scelto Viterbo come meta.

Come Cento poi la pensano anche i membri del comitato di San Pellegrino guidati da Maria Elena Pierini, in lotta con l'amministrazione per la questione legata agli orari dei locali e la mancata applicazione del piano commercio; con i quali è pronta a iniziare una collaborazione per arrivare a qualcosa di concreto che vada oltre le parole, percorrendo tutte le strade possibili.


A far aumentare rabbia e frustrazione c'è poi la mobilitazione seguita ai danni alla pavimentazione di Piazza San Lorenzo: «È un bene storico, un patrimonio della città e va tutelato e preservato conclude ma lo è anche il resto del quartiere medievale. Qui ci sono abitazioni, attività in ginocchio e altre che sono state costrette a trasferirsi per continuare a lavorare. Mi chiedo come sia possibile non vedere tutto questo. Non possiamo né vogliamo essere cittadini di serie B». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero