«Scoprirò la Francigena per tutti»: il pellegrino in carrozzina parte da Acquapendente

Pietro Scidurlo ad Acquapendente
Con lui porterà i classici strumenti del mestiere per ogni pellegrino: acqua, abbigliamento tecnico, prodotti da bagno, corde per stendere il bucato, berretto e crema...

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Con lui porterà i classici strumenti del mestiere per ogni pellegrino: acqua, abbigliamento tecnico, prodotti da bagno, corde per stendere il bucato, berretto e crema solare. Poi, riempirà lo zaino con i suoi amuleti: un’armonica da bocca, un sasso trovato sul Moncenisio a punta di freccia e due rosari, uno al polso e uno al collo.


Pietro Scidurlo ha 41 anni ed è paraplegico dalla nascita. Ma possiede un motore capace di superare ogni ostacolo: “Tanta voglia di vita”, come ripete. Con questo bagaglio, stamattina partirà per percorre il tratto laziale della via Francigena da Acquapendente fino a Roma (arrivo previsto, il 29 agosto). È lui il testimonial di “A ruota libera”, progetto vincitore di un bando della Regione Lazio per promuovere il turismo lento per tutti. Lo seguiranno passo passo Marco Neri, Eros Achiardi ed Eugenio Barzaghi, che della sua avventura faranno un web doc, ovvero un documentario interattivo.

“Le mie gambe? Sono una carrozzina. Le mie scarpe? Sono un klaxon klick, un ruotino elettrico che trasforma quella carrozzina in un mezzo a batteria per affrontare ogni tipo di pavimentazione, dall’asfalto allo sterrato”. Scidurlo sa che lo porteranno a destinazione: già tre anni fa, era stato contattato da una troupe televisiva che si era aggiudicata un avviso della Regione Piemonte e gli chiedeva di percorrere il tratto dal passo del Moncenisio a Torino. Con quel gruppo, è da allora rimasto in contatto, anche durante i due anni in cui è stato costretto in ospedale. “Quando sono stato dimesso – racconta il 41enne – mi è stato proposto questo nuovo progetto”.

Il presupposto è semplice: non esiste una via Francigena per tutti. “Quando anni fa ho fondato la onlus Free Wheels – spiega – l’ho fatto per permettere a tutti le esperienze dei cammini. Intorno all’associazione si è creato un gruppo di professionisti che mappano i percorsi e tracciano le alternative per consentire a chiunque di affrontarli”. E per chiunque, non intende solo persone con disabilità. “Pensiamo ai celiaci: a loro – cita alcuni esempi - forniamo tutte le informazioni su dove poter soddisfare le proprie esigenze alimentari specifiche. Così per i bagni accessibili per chi ha ridotta mobilità o i centri di dialisi per chi ne ha bisogno, ogni due o tre giorni di cammino”.

Nel tratto che da Acquapendente porta a Roma, passando per Bolsena, Montefiascone, Vetralla, Sutri, Campagnano Romano e Formello, Scidurlo cercherà “una strada che non esiste, ovvero la via Francigena che tutti possono percorrere. Se troverò un ostacolo, oppure buone pratiche o ancora bar e ristoranti senza barriere, lo segnalerò”, aggiunge.


Ieri, dopo il ritrovo a Montefiascone, le prime scena girate ad Acquapendente. “Abbiamo un ostello accessibile ai disabili ma il tratto dalla Toscana fino a noi – spiega l’assessore Valeria Zannoni – non è in sicurezza. La parte che corre lungo la Cassia verrà sistemata grazie a un progetto della Regione Lazio. L’esperienza di Pietro ci aiuterà a migliorare ulteriormente i servizi”.

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Il Messaggero