Acqua e arsenico nel Viterbese, la Regione al lavoro su miscelazione. Più operatività a Talete

Acqua e arsenico nel Viterbese, la Regione al lavoro su miscelazione. Più operatività a Talete
Acqua all'arsenico nel Viterbese, si cerca la soluzione. Si è svolta ieri pomeriggio, nella sede della Regione Lazio, una riunione con il vice presidente Daniele...

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Acqua all'arsenico nel Viterbese, si cerca la soluzione. Si è svolta ieri pomeriggio, nella sede della Regione Lazio, una riunione con il vice presidente Daniele Leodori, gli assessori regionali alla Transizione ecologica, Roberta Lombardi, ai Lavori pubblici, tutela del territorio, Mauro Alessandri. Presente il consigliere regionale del Viterbese, Enrico Panunzi.

Sotto la lente la situazione sull'Ato 1 - Viterbo e sul gestore unico dell'acqua Talete. Al centro l'annosa questione della presenza dell'arsenico e dei floruri in questa area, già oggetto di investimenti dal 2013 per creare impianti di dearsenificazione. Impianti con costi ordinari di esercizio per il loro funzionamento e una spesa corrente di circa 11 milioni di euro annui.

«Credo sia necessario - ha sottolineato Leodori - individuare, per la parte settentrionale della Tuscia, una soluzione adeguata e definitiva, in tempi ragionevolmente brevi. E questo può avvenire solo attraverso la captazione e l'abduzione di nuove fonti senza arsenico, e con la miscelazione delle acque. Nella parte meridionale della Tuscia, per gli elevati valori dell'arsenico, il quadro è più complesso e prevede progetti di più ampio respiro, come la realizzazione dell'acquedotto dal Peschiera».

Quanto alla gestione corrente di Talete «l'aspetto più problematico è rappresentato da alcuni Comuni che non hanno affidato la gestione a Talete e hanno ancora valori di arsenico alti, situazione che ha determinato una procedura di infrazione europea, attirato anche l'interesse da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri».

Lombardi, assessora alla Transizione ecologica, annuncia così la decisione di «richiedere l'istituzione di un
tavolo tecnico che coinvolga tutti gli attori coinvolti: l'ATO 1 Lazio Nord, i sindaci, la società di gestione del servizio idrico integrato, la Regione e il Ministero per la Transizione ecologica. Il tavolo si occuperà delle azioni per risolvere l'emergenza arsenico, vera e propria emergenza sanitaria e va risolta nell'immediato per tutelare la salute di tutti i cittadini della Tuscia».

Tra gli altri temi al centro del gruppo di lavoro, il superamento dei potabilizzatori, «il cui costo di gestione è a totalecarico degli utenti», dice Lombardi. «Come già ribadito più volte, il superamento dei dearsenificatori avverrà tramite l'attuazione della miscelazione delle acque, mediante l'approvvigionamento


dall'acquedotto del Peschiera grazie ai fondi del Pnrr, per la parte sud della provincia di Viterbo, ed altre soluzioni di adduzione e captazione per quanto riguarda la parte nord», rileva Lombardi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero