Abusi sulla figlia della badante

Abusi sulla figlia della badante
Cinque anni di abusi, culminati con un tentato suicidio. È entrato nel vivo, finalmente, il processo, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, a un presunto pedofilo...

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Cinque anni di abusi, culminati con un tentato suicidio. È entrato nel vivo, finalmente, il processo, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, a un presunto pedofilo ottantenne.

L'uomo, secondo quanto accertato dagli investigatori della Squadra mobile, Sezione reati contro i minori, per cinque lunghi anni avrebbe molestato una bambina di dieci anni, figlia di una badante romena. Tra loro ci sarebbero stati rapporti orali e in diverse occasioni l'uomo avrebbe tentato approcci ancora più violenti. La madre, per problemi di lavoro, era tornata nel suo Paese natale affidando la bimba a una connazionale che viveva, appunto, col pensionato. L'anziano, un viterbese, ex dipendente di un'azienda di trasporti, aveva una settantina d'anni all'epoca dei presunti fatti, avvenuti tra il settembre 2008 e il febbraio 2009.
La scabrosa verità sarebbe venuta a galla solo cinque anni dopo. Quando la ragazzina, ormai quindicenne, aveva tentato addirittura il suicidio. A scatenare il gesto dell'adolescente una telefonata dell'uomo. L'ottantenne le avrebbe detto che presto si sarebbero rivisti e lui le avrebbe ancora fatto quelle che era solito farle. E che se avrebbe parlato con qualcuno, «l'avrebbe fatta a pezzettini». La ragazza, distrutta dalle parole dell'uomo, avrebbe appunto tentato di togliersi la vita. Tentativo andato a vuoto grazie all'intervento della madre.

La donna dopo diverso tempo è riuscita a farsi raccontare tutto dalla figlia ed è partita la denuncia per violenza sessuale su minore. La quindicenne fu affidata alle cure di una casa famiglia e fu nominato suo tutore l'allora sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini. L'ottantenne, assistito dall'avvocato Giuliano Migliorati, è stato rinviato a giudizio l'anno scorso per violenza sessuale aggravata, dal giudice dell'udienza preliminare, Stefano Pepe, su richiesta del pubblico ministero Stefano D'Arma. Si è costituita parte civile, assistita dall'avvocato Virna Faccenda, la presunta vittima, diventata nel frattempo maggiorenne.
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Il Messaggero