Abusi sulla figlia 16enne della compagna, patrigno condannato a 5 anni e 8 mesi

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Abusi sulla figlia 16enne della compagna, patrigno condannato a 5 anni e 8 mesi. L’uomo, un quarantenne della provincia di Viterbo, difeso dagli avvocati Luigi Mancini e Marco Valerio Mazzatosta, durante il lockdown avrebbe abusato della figlia adolescente della compagna. In particolare ad aprile 2020 approfittando dell’assenza della compagna, avrebbe messo in atto i sui piani. Prima l’avrebbe baciata sulle labbra e le avrebbe palpeggiato anche i glutei. Due giorni dopo sarebbe tornato a circuirla. E proprio in questo secondo attacco l’avrebbe spogliata e indotta ad avere un rapporto sessuale.

La ragazza, poco più che adolescente, si sarebbe subito confidata con la mamma che l’avrebbe prima portata in ospedale e poi a denunciare tutto in Questura. La Procura ha subito aperto un fascicolo accusando il patrigno di violenza sessuale aggravata. Secondo l’impianto accusatorio formulato dagli investigatori e dalla pubblica accusa, il quarantenne avrebbe abusato delle condizioni di inferiorità psichica, vista la differenza d’età e il vincolo familiare, con l’aggravante per aver commesso tale reato ai danni della giovane, la quale due anni fa non aveva neanche 18 anni. Per l’uomo, scattò subito sla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alle parti offese.

Madre e figlia si sono costituite parte civile con l’avvocato Daniela Fieno. Durante il processo, che si è svolto interamente a porte chiuse, sono stati ascolti i testimoni e un perito superpartes chiamato a sciogliere ogni dubbio sulle tracce ematiche riscontrate dalla Squadra Mobile durante le indagini. Dopo la denuncia infatti furono sequestrati degli indumenti intimi e una coperta. La perita Marini Baldi, del dipartimento di genetica dell’Università Tor Vergata di Roma, era stata incaricata di cercare tracce di dna dell’imputato per accertare la violenza sessuale sulla ragazza. Il consulente nominato dalla difesa era Pierluigi Farina mentre della parte civile Benedetta Baldari.

Durante la discussione la Procura ha chiesto la condanna a 12 anni di carcere per violenza sessuale aggravata, la difesa l’assoluzione e la riqualificazione del reato in atti sessuale. Il collegio del Tribunale di Viterbo, ieri sera, ha condannato il 40enne per i soli atti sessuali a 5 anni e 8 mesi. Risarcimento da stabilire in sede civile.

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Il Messaggero