«A settembre si rischia il caos». Scuola, tutti i nodi da sciogliere secondo l'associazione dei presidi

La rapprensentante dell'Anp, Maria Antonietta Bentivegna
“Su carta le soluzioni sono state trovate. Ma la verità è che nella pratica restano molti nodi da sciogliere. Da qui al 14 settembre, temiamo che non saranno...

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“Su carta le soluzioni sono state trovate. Ma la verità è che nella pratica restano molti nodi da sciogliere. Da qui al 14 settembre, temiamo che non saranno superati. Significa che l’avvio dell’anno scolastico potrebbe essere molto difficile, nonostante gli sforzi dei dirigenti e del personale”. Maria Antonietta Bentivegna, rappresentante provinciale dell’Anp, l’associazione nazionale presidi, è categorica: “Anche se è passato in sordina, è previsto dall’inizio che almeno tra il 20 e il 30 % delle lezioni nelle superiori sarà in didattica a distanza”. Ma in alcune secondarie di secondo grado la percentuale rischia di salire.


Quattro i principali problemi: trasporti, personale, spazi e banchi. “I dirigenti – spiega Bentivegna – hanno lavorato per reperire le aule, rispettando il distanziamento sociale. Sarebbe assurdo se lo stesso non venisse assicurato sugli autobus. Servirebbero più corse, ma a oggi non abbiamo garanzie. Siamo sicuri che in un mese troveranno autisti e mezzi per aumentare i collegamenti? Ho i miei dubbi”. Visto poi che gli ingressi saranno scaglionati, quello dei bus è un vero e proprio scoglio. “Per il personale, mentre i collaboratori scolastici aggiuntivi verranno assegnati a tutte le scuole, i docenti – aggiunge – solo fino alle secondarie di primo grado. Per le superiori non sono previsti”. E qui si apre il problema di gestire, tra gli altri, i gruppi-classe.

Gli spazi, ancora: “I presidi si sono improvvisati anche agenti immobiliari. Alcuni hanno chiesto di reperire spazi all’esterno ma non tutti li hanno trovati. La prossima settimana è Ferragosto, ci rendiamo conto? Probabilmente – accusa – le istituzioni avrebbero dovuto muoversi prima. Ma anche chi dovesse trovarli, deve garantire il rispetto dei requisiti di igiene e sicurezza”. Di banchi monoposto, nella Tuscia ne sono stati ordinati oltre 2mila: “Arriveranno in tempo? E chi smaltirà quelli vecchi che sono dentro le scuole?”, chiede Bentivegna.

Per gli istituti comprensivi, come già denunciato da alcune dirigenti di Viterbo su queste colonne, il problema principale restano le mense. “Anche facendo i turni – ragiona la rappresentante dell’Anp – in strutture dove ormai gli alunni superano le 700 unità sarebbe impossibile far mangiare tutti. Molti ricorreranno al lunch box. Ma se anche fosse il bidello a sanificare i banchi prima e dopo il pasto, chi pulirebbe per terra eventuali residui? Non abbiamo le risorse sufficienti per farlo”.


Infine, c’è il lato più prettamente sanitario. “I dirigenti dovranno preoccuparsi anche dello stato febbrile degli alunni o di quanti avessero sintomi influenzali. Insomma – conclude – messo tutto insieme, come Anp temiamo che a settembre ci sarà grande confusione”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero