A 87 anni fa ancora le consegne: «Il lavoro mi tiene giovane»

A 87 anni fa ancora le consegne: «Il lavoro mi tiene giovane»
Angelo Parrano ha 87 anni, indossa una camicia blu con i quadretti bianchi e un gilet di maglia di qualche punto più scuro. Ha il viso acceso “è il lavoro che...

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Angelo Parrano ha 87 anni, indossa una camicia blu con i quadretti bianchi e un gilet di maglia di qualche punto più scuro. Ha il viso acceso “è il lavoro che mi tiene giovane”, scherza, e dalle mani e dagli occhi si capisce subito che non è tipo da restare seduto a fissare le lancette girare. Da 60 anni (tra qualche mese) vive tra casa e una ventina di metri quadrati oltre una porta rettangolare con gli imbotti in peperino: “il nostro negozio di alimentari, il nostro lavoro che poi – spiega – con il tempo è diventato la nostra vita”. Con lui la figlia Sandra “che in negozio è entrata quando di anni ne aveva 12” e che ogni mattina tira su la saracinesca in via San Leonardo, viottolo stretto tra case di arenaria dove, dai mattoni, escono fossili di conchiglie strappate dal mare. Qui i palazzi nascondono la luce ma buttando l’occhio oltre i comignoli si vede uno spicchio di Tirreno che il Ponente, quando sospira, fa sembrare a un passo. “Adesso papà non sta più dietro il bancone ma ogni mattina gira a piedi per il paese per le consegne”, spiega con orgoglio la figlia. “Cosa porta? Pane, latte, pizza, frutta: quello che serve”, aggiunge. Ancora agile, tra le mura dove nacque Vincenzo Cardarelli e la chiesa di San Francesco, gioiello dell’architettura romanica che al suo interno si impreziosisce di archi e finestre gotiche.

“L’idea di aprire è stata la naturale sequenza degli eventi – riprende Angelo -, nel commercio c’ero già da bambino”. Con lui c’era la moglie, che oggi continua a guardarli da dove l’amore sempre dimora. Di lei, padre e figlia, parlano con la compostezza del dolore. Poi riprendono: “Se siamo qui ancora oggi, il merito è anche suo e di tutta la nostra famiglia”. E i segreti, che segreti non sono in fondo, per tagliare un traguardo del genere mentre i centri storici sono schiacciati dal mercato della grande distribuzione, non finiscono qui. “Ma che – spiega Sandra – alla fine si racchiudono in uno: avere a cuore il cliente, offrire un prodotto di qualità, essere gentili. Siamo commercianti, facciamo questo per vivere, ma resta difficile non vedere amici nei visi che entrano”. Per questo “nonostante il lavoro sia cambiato, non abbiamo mai pensato per un momento all’idea di ritirarci”. Con la modernità, poi, Sandra ha imparato a comunicare. Lo spiega una cliente con i capelli brizzolati ed i toni gentili: “Tutte le mattine ci manda un video con le offerte – ride -. Si è abituata subito al cambiamento”. Poi aggiunge: “Il suo peggior difetto? Parla molto ma si perdona a chi un cuore grande”. Che in quella strada e nel commercio ne ha viste di tutti tipi: dal primo vasetto di Nutella, sul mercato dal 1964, ai cibi probiotici di ultima generazione. “I prodotti locali sono quello per cui i clienti ci seguono”, al punto da essere diventati anche un riferimento per i turisti che arrivano in zona, con il negozio segnato sulle mappe e tappa fissa. Un negozio che è un po' diverso da 60 anni fa. Non resta aperto tutto il giorno, apre con i primi raggi sole e chiude alle 14. Nei pomeriggi, specie quando il freddo aumenta, la luce resta accesa. Ci trovi la signora Sandra, qualche sedia, amici, un tavolino e l’acqua di un bollitore che sbuffa in attesa di buttarsi in qualche tazza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero