2 Giugno, un libro su “La festa della Repubblica nella Tuscia”

2 Giugno, un libro su “La festa della Repubblica nella Tuscia”
,Laboratori didattici, confronti e una memoria storica da coltivare e preservare. Il progetto di ricerca sulla festa della Repubblica nella Tuscia, promosso dalla Società...

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,Laboratori didattici, confronti e una memoria storica da coltivare e preservare. Il progetto di ricerca sulla festa della Repubblica nella Tuscia, promosso dalla Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (Sissco) nell’ambito del progetto nazionale «Il referendum del 2 giugno 1946. Nascita, storie e memorie della Repubblica», diventa un libro a cura di Agnese Bertolotti, ricercatrice dell’Università delle Tuscia che da anni si occupa di storia e società.


“La nostra Repubblica - Il 2 giugno nella storia e nelle memorie civili” (ed. Sette città, maggio 2020) nasce come declinazione territoriale del programma nazionale, e indaga il processo di costruzione e di consolidamento dei valori repubblicani nella Tuscia e nell’Alto Lazio. Un progetto realizzato in collaborazione tra Unitus (Deim) e Fondazione Carivit.

Nello specifico, il volume contiene saggi di alcuni degli storici che compongono il team di studiosi de “il2giugno.it" e gli esiti di un programma di lavoro (giugno 2018 – giugno 2019), di ricerca e catalogazione di fonti portato avanti con le classi quinte del Liceo Buratti di Viterbo, e la successiva speculazione sulla transizione democratica e la partecipazione referendaria del 2 giugno 1946.

“Su come – spiega Bertolotti - quel ‘momento repubblicano’ sia entrato dapprima nel vissuto e quindi nella memoria pubblica”. Poi continua: “Obiettivo primario del progetto nazionale, finanziato dalla dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, era quello di ampliare lo sguardo storico sull’importanza dell’anniversario fondativo della Repubblica. Il progetto locale è stato l’occasione per illustrare la “storia vissuta” di più generazioni anche grazie al rapporto continuo e mutevole tra storie (individuali e di gruppo) e memorie pubbliche”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero