25 aprile, lo striscione di Casapound: sale di nuovo la tensione sui Cimini. La condanna del sindaco di Canepina

La scritta di Casapound contro i partigiani
Viterbo celebra il 25 aprile, ma oltre alla festa c’è spazio per la provocazione. Nel capoluogo la Scuola allievi sottoufficiali dell'Esercito ricorda Paolo...

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Viterbo celebra il 25 aprile, ma oltre alla festa c’è spazio per la provocazione. Nel capoluogo la Scuola allievi sottoufficiali dell'Esercito ricorda Paolo Braccini (comandante delle brigate “Giustizia e Liberta”) e poi tutti in corteo da piazza San Sisto al Sacrario, passando per l’omaggio a Mariano Buratti. A Canepina, invece, esplode il caso dello striscione firmato Casapound. Lungo la variante che collega il comune dei Cimini a Vallerano, i militanti della formazione di estrema destra hanno scritto: “Ieri imboscati e partigiani, oggi infami e bombaroli”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ai recenti fatti di cronaca avvenuti proprio a Vallerano dove l’11 febbraio un ragazzo 24enne è stato aggredito da un gruppo di Casapound, la cui sede una settimana dopo è stata danneggiata dall’esplosione di un ordigno. Insomma, la tensione sui Cimini resta alta e nella giornata in cui si celebra la liberazione dal nazifascismo la scritta non ha fatto che alzare il livello.


A Viterbo, spazio alla memoria e alle celebrazioni. “Il 25 aprile è una festa che rappresenta l’identità nazionale: un’identità che è antifascista. La stessa – ha detto il presidente dell’Anpi Enrico Mezzetti – della nostra Costituzione che non è morta, ma attuale più che mai”. Anche il sindaco Leonardo Michelini ha ricordato che “la Resistenza è stata una reazione di tanti intellettuali ma soprattutto di tantissimi giovani che hanno vissuto sulla propria pelle le atrocità della guerra”. Presenti anche il neoprefetto Nicolò D’Angelo, i deputati del Partito democratico Giuseppe Fioroni e Alessandro Mazzoli, il consigliere regionale Pd Enrico Panunzi, la segretaria dello Spi-Cgil, Miranda Perinelli.


E proprio in occasione del 72esimo anniversario della Liberazione dal fascismo, sui Cimini si è respirato un altro clima. La scritta, che sarebbe comparsa in tarda mattinata sul muraglione lungo la provinciale, è stata subito rimossa dagli operai del Comune. Durissima la condanna del sindaco Aldo Moneta: “Proprio nel giorno in cui abbiamo celebrato la libertà ritrovata, Casapound ha avuto la geniale idea di attaccare chi quella libertà ce la restituì pagando un caro prezzo e chi oggi si impegna a tramandare quei valori. Come donne e uomini e come amministratori esprimiamo una dura condanna per questo gesto, ribadendo che oggi come allora noi siamo e saremo dalla parte dei partigiani. W il 25 aprile. W la Resistenza. W l'Italia libera”. Da febbraio, sono diverse le scritte firmate Casapound apparse nei paesi dei Cimini: “Jacopo libero”, con riferimento al militante del movimento, Jacopo Polidori, agli arresti domiciliari per l’aggressione, oppure “La banda tiene botta”. Anche questi slogan sono stati rimossi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero