Statua di Canova danneggiata, il video del turista austriaco vandalo

di Laura Larcan E’ stato identificato dalle telecamere, fermato e ha confessato il turista austriaco di 50 anni di Aistersheim, che sabato scorso 1 agosto, con un gruppo di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
di Laura Larcan

E’ stato identificato dalle telecamere, fermato e ha confessato il turista austriaco di 50 anni di Aistersheim, che sabato scorso 1 agosto, con un gruppo di connazionali, era in visita alla Gipsoteca di Possagno, nel Trevigiano, e ha danneggiato la statua in gesso della Paolina Bonaparte di Antonio Canova. Ora dovrà pagare il danno. Voleva solo scattare un selfie ricordo. Magari la posa è stata un po’ troppo audace. Stendersi accanto alla Paolina Borghese per farsi immortalare non è stata un’idea brillante visto che per tirarsi su è scivolato e le ha spaccato l’alluce e due dita del piede. Accortosi dello sfregio, si è allontanato di corsa, senza dire nulla. Pensare che a prenotare la visita al gruppo di austriaci è stata proprio la moglie del vandalo. Dopo l’allarme e la denuncia fatta scattare da Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Antonio Canova, i carabinieri si sono messi sulle sue tracce.


A risalire all’identità dell’uomo, sono stati i carabinieri dopo aver esaminato i video delle telecamere di sorveglianza interne. Risalendo al registro delle visite, obbligatorio anche per le norme di sicurezza anti Covid-19, i carabinieri sono risaliti alla donna che aveva effettuato la prenotazione per conto del gruppo, che è risultata essere proprio la moglie del danneggiatore, che si è detto disponibile a pagare le conseguenze del suo gesto. Ora il fascicolo è stato trasmesso alla Procura della Repubblica di Treviso. Intorno alle 12.30 di sabato scorso, 1 agosto, l’uomo, è stato filmato mentre si sdraiava a fianco della statua, scattando fotografie ricordo. Nel rialzarsi era scivolato, e accortosi del danno si era allontanato. Il danno non è stato ancora quantificato dalla direzione della Gipsoteca, che sta attendendo i restauratori, ma non dovrebbe essere di grande entità. Coinvolto il gesso scolpito dal Canova e utilizzato come modello per la versione in marmo del capolavoro (realizzato tra il 1804 e il 1808).

Come è noto, la Gipsoteca di Possagno conserva la collezione di gessi preparatori originali delle statue di Canova, replicati poi in marmo (opere sparse per tutto il mondo, la Paolina Bonaparte è oggi alla Galleria Borghese). I carabinieri di Pieve del Grappa hanno stabilito, fin da subito, che il vadalo irriducibile del selfie faceva parte di un gruppo di turisti austriaci che, in rispetto delle disposizioni per il Covid-19, aveva prenotato la visita attraverso accredito, inviato via mail al museo. Proprio da quel messaggio di prenotazione, i militari hanno contattato la donna che aveva fissato la visita per una decina di persone, spiegandole, con un interprete, la gravità del danno. A quel punto, in lacrime e presa dalla disperazione, la donna ha riferito che l’autore dello scempio era il marito, aggiungendo che era intenzione del consorte spiegare l’accaduto, scusarsi e rendersi disponibile ad affrontare le conseguenze delle sue azioni e dunque a pagare i danni.


E Vittorio Sgarbi commenta la mail di scuse inviata dalla coppia di turisti: «Apprezzo il senso civico di questo cittadino e prendo atto delle sue parole di imbarazzo per quanto accaduto». Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si congratula su Facebook con i Carabinieri del Gruppo di Treviso, «che in men che non si dica hanno identificato il turista che ha danneggiato un capolavoro del Canova al Museo Gypsotheca Antonio Canova». «Adesso però la giustizia deve fare il suo corso e chi ha compiuto un atto così scellerato deve pagare i danni procurati al patrimonio artistico del Veneto», aggiunge.


  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero