Una moltitudine di piccole eruzioni che si accendono come falò sulla superficie del Sole: sono le immagini, mai viste finora e le più ravvicinate di sempre, che la...
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«Anche se a prima vista il Sole appare tranquillo, se lo osserviamo in dettaglio vediamo ovunque queste eruzioni in miniatura», ha detto il responsabile dello strumento, David Berghmans. Nessuno si sarebbe aspettato di avere immagini così ricche di particolari inediti in tempi così rapidi e nonostante il lockdown imposto dalla pandemia di Covid-19. Lanciata il 10 febbraio, la sonda Solar Orbiter ha completato a metà giugno la fase di messa in servizio e ha eseguito il suo primo avvicinamento al Sole. Poco dopo, i gruppi scientifici europeo e statunitense responsabili dei 10 strumenti della missione hanno eseguito all'unisono i test e il risultato è stato sorprendente. Scattate a 77 milioni di chilometri dalla superficie della stella, circa la metà della distanza tra il Sole e la Terra, le immagini costituiscono il ritratto più ravvicinato mai ottenuto del Sole. È solo un assaggio perché la sonda è programmata per avvicinarsi ancora di più alla nostra stella, sfidando le altissime temperature. A proteggerla è uno speciale scudo in grado di resistere fino a 500 gradi grazie al rivestimento di polvere nera a base di fosfato di calcio, molto simile ai pigmenti usati decine di migliaia di anni fa nelle pitture rupestri.
Questa difesa sarà indispendabile quando, alla fine del 2021, la Solar Orbiter comincerà a raccogliere i dati scientifici alla distanza di 42 milioni di chilometri dal Sole, inferiore a quella che separa Mercurio dal Sole.
Il Messaggero