Roma, viaggio nel mondo sommerso della droga a Tor Bella Monaca

(LaPresse) Tor Bella Monaca, quartiere a est di Roma con la più...

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(LaPresse) Tor Bella Monaca, quartiere a est di Roma con la più alta presenza di case popolari in Italia (5.567 appartamenti su 6.753). Oltre due milioni di metri cubi di cemento a formare un dedalo di vie e palazzi impenetrabili. Famoso per le “Torri”, Tor Bella Monaca è diventata famosa anche per la concentrazione di “piazze di spaccio” controllate da 14 famiglie per lo più specializzate nella vendita di cocaina e anfetamine. Un gigantesco fortino che trova in via dell’Archeologia il suo quartier generale controllato a vista 24 ore su 24 da vedette e “manovalanza”. Nessuno passa inosservato. “Esiste una Tor bella monaca in superficie - ci spiega il presidente del Municipio Nicola Franco - e una Tor Bella Monaca sotterranea, un mondo sommerso che sfugge al controllo dove può capitare di tutto”. Le piazze di spaccio sono formate da fabbricati costruiti a ferro di cavallo, cinque in tutto, sotto i quali sono stati costruiti anche dei garage oggi diventati case abusive, deposito di materiale rubato ma soprattutto di droga. Il più pericoloso è quello chiamato R5, l’ultimo e si trova proprio alla fine di Via dell’Archeologia. “Esattamente qui - ci dice Franco - ci sono 11 famiglie che gestiscono lo spaccio, ogni via, ogni ferro di cavallo, ogni civico è una piazza a se stante e ognuno si gestisce il suo spazio. Qui le famiglie criminali non fanno solo economia ma improvvisano anche una sorta di welfare criminale. Mentre lo Stato per intervenire su situazioni di difficoltà economica o sociale ci mette anche mesi a causa della burocrazia i criminali ci mettono qualche minuto perchè se hai perso il lavoro il clan arriva, ti mette i soldi in mano per fare la vedetta, per tenere la droga a casa. Originariamente i garage erano aperti, nel tempo sono stati chiusi illegalmente. Queste sono opere abusive fatte trent’anni fa , Qui c’è una sacca di illegalità diffusa e un mondo a se stante". Nelle ultime settimane i fatti di cronaca hanno riportato il quartiere al centro dell’attenzione. “Qui non abitano solo criminali -tiene a precisare Franco - la maggior parte delle persone sono oneste e vanno a lavorare. Sono le stesse persone che poi ci aiutano nell’individuazione e denuncia di chi delinque. Stanno prendendo fiducia e la parte buona reagisce”.
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Il Messaggero