Dal Colosseo al Circo Massimo: ecco le piazze dei mercati illegali

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Dimmi di quale oggetto di bassa qualità hai bisogno e ti indicherò il posto dove trovarlo. Sembra un gioco diabolico ma è la triste realtà della Capitale e del suo centro storico in mano agli abusivi che tra nazionalità diverse e diversificazione della merce da vendere in nero si sono spartiti le piazze principali di Roma. Così, per chi è in cerca di oggetti utili per i cellulari, ad esempio, può fare un salto ed essere accontentato a Fontana di Trevi ma anche a piazza Navona. Per le scarpe e le borse, invece ecco che Ponte Sisto soprattutto in orario pomeridiano ma anche via Ottaviano o viale Giulio Cesare soddisfano queste esigenze. Sono almeno dieci le aree e le zone di pregio della Capitale trasformate in determinati orari del giorno in veri e propri suk. Per gli amanti dei souvenir tipo i quadratini di plastica con le immagini dei monumenti è la piazza del Colosseo e tutta l'area intorno al Palatino a essere governata dai venditori di questi oggetti, così come la zona di Castel Sant'Angelo e Vaticano. E pensare che da pochi giorni l'aula Giulio Cesare ha approvato il nuovo regolamento di polizia urbana che contempla anche multe severe per chi offende il decoro di Roma. Impelagante e inarrestabile, la forza di questi uomini che il più delle volte hanno residenze fittizie e dunque, pur trovandosi di fronte a un controllo, in tre casi su tre non pagano mai la multa che viene loro elevata. Nei casi migliori gli viene sequestrata la merce che viene accatastata, a ondate, nelle sale del comando generale del corpo di polizia locale o nei depositi giudiziari dei vigili dove «non c'è più spazio». Sono più di un milione gli articoli recuperati dagli agenti della Municipale locale dai venditori abusivi con un incremento del 30 per cento rispetto al 2016 tra cui 180 mila pezzi contraffatti. Entrando nel dettaglio per capire la vastità del fenomeno nel 2016 i pezzi contraffatti e sequestrati furono 8 mila. L'anno seguente si è arrivati a 180 mila e la cifra è rimasta pressoché invariata fino ad oggi. Ma loro, gli ambulanti, il mattino seguente sono pronti a ricominciare da capo, recuperando la merce nei luoghi più insoliti, che tuttavia si conoscono da sempre, come i tombini.
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Il Messaggero