«Una discarica davanti all’ufficio». E gli impiegati fanno i netturbini a Roma

Via del Casale dei Cavallari, Tiburtina. A forza di aspettare l’Ama si era creata una montagna di rifiuti ormai ingestibile. Così i dipendenti della ditta Vitha Group...

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Via del Casale dei Cavallari, Tiburtina. A forza di aspettare l’Ama si era creata una montagna di rifiuti ormai ingestibile. Così i dipendenti della ditta Vitha Group spa, si sono armati di guanti e seppur in giacca, cravatta, paltò e fare distinto non si sono tirati indietro: troppo degradata l’area di fronte all’ufficio, a 20 metri dalla Tiburtina, nei pressi del Gra. Una terra di nessuno, dove tutti lasciano l’immondizia, dove i camion dell’Ama non passano mai nonostante le ripetute segnalazioni.

«Una discarica indifferenziata quotidiana davanti ai nostri uffici, nell’indifferenza dell’Ama». La beffa è che il giorno in cui degli incaricati si sono presentati in ufficio per consegnare loro i bidoncini per effettuare la differenziata sul posto di lavoro, pena multe severe, si sono ben guardata dal segnalare la discarica a cielo aperto là davanti. Ci hanno pensato i dipendenti della ditta, «all’uscita dell’ufficio c’è questo belvedere: visto che nessuno ci risolve il problema ci pensiamo noi». Vestiti di tutto punto, le smorfie un po’ schifate, hanno raccolto tutta l’immondizia lasciata intorno ai bidoni. Guidati da un motto, che è tutto un programma: «Come si suol dire quando cerchi una mano la trovi solo in fondo al tuo braccio». In sette, precisando che l’area è degradata da anni (vedi le buche e l’auto abbandonata), senza puntare l’indice sulle amministrazioni, ma dal momento che «paghiamo circa 10mila euro di nettezza urbana per questo immobile e ci ritroviamo così, tanto vale che smettiamo di pagarla e ci pensiamo noi».
«DAJE ALL’OPERA»
Il leit motiv di tanti movimenti spontanei cittadini, di tanti retake di quartiere. «Facciamo da soli, daje all’opera professore». Si sono fatti coraggio, perché coraggio serviva e con guanti, ramazze, bustoni neri e tanta buona volontà hanno raccolto tutto anche una vecchia tv. C’erano anche rifiuti di pesce avanzato da Natale. Tra scherzi e battute: «Chi fa da sè fa per tre. Non ci spaventiamo certo per questo poco lavoro, ecco un leader che non si è mai lasciato inebriare dai suoi successi». Alla fine, la discarica era sparita all’uscita della ditta che vende porta a porta prodotti per la casa. 

A ridosso del Gra, la vietta è spesso mètà di chi cerca di disfarsi dei rifiuti. «Vediamo gente che si sposta da un Municipio all’altro con la macchina, perché dove si fa la differenziata mancano i cassonetti...». Ma questa è un’altra storia. Una buona notizia. Il giorno dopo davanti ai dipendenti increduli in finestra si è appalesata l’Ama a raccogliere quanto avevano radunato. «Stanno smonnezzando»; «ho chiamato un amichetto mio» scherzavano. 
(Raffaella Troili) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero