di Paolo Travisi - Un delitto atroce scuote la vita della tranquilla comunità di un borgo marittimo. Una ragazza di 16 anni scompare. Viene ritrovata cadavere in mare dal...
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Ecco perché ad indagare sulla morte della giovane, viene da fuori, il vicequestore della sezione omicidi, Luisa Ferrari, al secolo Ambra Angiolini. I due colleghi iniziano a collaborare, ma con diffidenza e sospetto. Al carattere morbido ma attento di Pasotti, si oppone la durezza, a volte il cinismo del personaggio di Ambra Angiolini, che cova una rabbia, di cui probabilmente si scopriranno le motivazioni nel corso delle puntate.
«Ho cercato di onorare la penna degli sceneggiatori, coloro che hanno pensato e scritto il mio personaggio», sottolinea Giorgio Pasotti nella conferenza stampa di presentazione «essendo un vicequestore di confine dove non avviene mai nulla, è una specie di equilibrista che si deve muovere in una comunità che conosce da vicino e che col progredire della serie coinvolge anche la sua famiglia. La fermezza che appare dal personaggio è stata costruita per nascondere un conflitto che nasce - ho immaginato - come quando si vedono certe tragedie raccontate nei tg e ci si chiede ma se accadesse a me come mi comporterei».
Per Ambra Angiolini, alla prima prova come attrice in una serie tv, il personaggio è stato una scommessa, frutto di discussione costruttiva col regista Pier Belloni: «Sono entrata in un personaggio difficile, ma volevo fare a tutti i costi una serie, visto che io nasco in televisione. Mi sono proposta per molte serie, ma non mi hanno mai preso», scherza l’attrice che per ottenere il ruolo ha dovuto sostenere un provino. «E’ giusto fare i provini, noi attori ci dimentichiamo che può essere un’opportunità per tutti, perché nel duro lavoro della serie devi portare a casa ogni giorno il risultato. E la diffidenza iniziale era giusta, perché bisogna capire se si è adatti al personaggio».
Viene fatto notare al regista Pier Belloni che nella serie ci sono alcuni elementi che ricordano il cult di David Lynch, Twin Peaks. «Forse ci sono delle citazioni involontarie, perché quella serie fa parte della nostra cultura, se anche fossero sarebbero dei paragoni nobili, di cui peraltro sarei orgoglioso».
Per il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri, è ora di puntare di nuovo sulla fiction «perché per una tv generalista è determinante, non solo per gli ascolti. Forse negli ultimi due anni abbiamo rallentato il nostro prodotto, ma a partire dall’autunno prossimo torneremo con due serate alla settimana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero