Papa Francesco arrivato in Canada: «Sarà un pellegrinaggio penitenziale» Sale in aereo col montacarichi, scende dalla cambusa poi la carrozzina

Franca Giansoldati inviata a Edmonton (Canada) Ecco le prime parole di Papa Francesco  sul volo Ita AZ 4000...

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Franca Giansoldati inviata a Edmonton (Canada)

Ecco le prime parole di Papa Francesco  sul volo Ita AZ 4000 diretto in Canada dove resterà sei giorni per pronunciare parole di scuse per gli abusi subiti negli ultimi 150 anni dai bambini inuit, metis e indiani nelle scuole cattoliche del paese sono state di ringraziamento. Al 37esimo viaggio il Papa si presenta con il bastone, piuttosto fragile ma indubbiamente di buon umore . 

A Fiumicino il Papa è salito sull'aereo Ita con un montacarichi, a Edmonton è sceso allo stesso modo passando dal portellone della cambusa non inquadrato dalle telecamere. Poi un breve tragitto sulla 500 papale e infine la carrozzina per entrare in aeroporto

 

“Buona domenica a tutti, benvenuti!” Saluta di buon umore. “Grazie di questo servizio e anche di questa compagnia: io la vivo come una compagnia. Grazie per il vostro lavoro.”. Sul volo ci sono 80 giornalisti di diverse nazioni che saluta uno ad uno, reggendosi sul bastone e camminando lentamente sulla corsia.

 
“Questo è un viaggio penitenziale, facciamolo con questo spirito”. Visto che per forza di cose è saltato l’Angelus domenicale nella formula tradizionale, Francesco improvvisa una preghiera per i nonni di tutto il mondo. 


“È la giornata dei nonni: i nonni, le nonne, che sono coloro che hanno trasmesso la storia, le tradizioni, le abitudini e tante cose. Oggi bisogna tornare ai nonni – dirò così come un leitmotiv –, nel senso che i giovani devono avere contatto con i nonni, riprendere da loro, riprendere le radici per portarle avanti, come l’albero che prende dalle radici la forza e la porta avanti nei fiori e nei frutti. Sempre ricordo quel poema di Bernárdez: tutto quello che l’albero ha di fiorito gli viene da quello ha di sotterrato, che sono i nonni. E vorrei ricordare anche, come religioso, i vecchi e le vecchie religiosi, i “nonni” della vita consacrata: per favore, non nasconderli, sono la saggezza di una famiglia religiosa; e che i nuovi religiosi e religiose, i novizi, abbiano contatto con loro: loro ci daranno tutta l’esperienza di vita che ci aiuterà tanto ad andare avanti. Ognuno di noi ha dei nonni e delle nonne, alcuni sono andati, altri sono vivi; ricordiamoli oggi in un modo speciale”.

 

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Il Messaggero