Roma, dalle terme spunta una grande ruota di legno: duemila anni fa azionava il sistema idraulico

di Laura Larcan ...

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di Laura Larcan


Ostia Antica regala ancora sorprese. Sarà svelata eccezionalmente oggi al grande pubblico una grande ruota idraulica in legno rinvenuta presso le Terme dei Cisiarii (carrettieri). Un reperto delicatissimo, solitamente custodito nei depositi, e raccontato oggi nell'evento "Le forme dell'acqua. Il sistema idraulico di Ostia Antica", curato dalla direttrice del parco archeologico Mariarosaria Barbera (ore 17). L'obiettivo è fare il punto sugli ultimi studi e ricerche, abbinati alle scoperte più recenti e suggestive della storia del sito. «In questa occasione - racconta Barbera - sarà possibile vedere da vicino uno straordinario reperto, una grande ruota idraulica in legno rinvenuta presso le Terme dei Cisiarii che conserva le tasche idonee a pescare l'acqua dal sottosuolo per sollevarla e renderla utilizzabile per gli usi termali». Pescavano dalla falda più di 60 pozzi, ai quali si aggiungevano numerose ruote idrauliche: «Ostia Antica disponeva di acqua dolce in quantità, si può dire che fosse una città galleggiante su una estesissima falda, che rendeva l'acqua disponibile a meno di tre metri di profondità» osserva Elettra Santucci, architetto e studiosa di idraulica antica che interverrà oggi all'incontro. Un'accurata distribuzione permetteva di disporre d'acqua corrente nelle abitazioni, nelle terme, nelle oltre 250 fontane, nei condomini e nelle latrine. Si fa presto a chiamarle semplicemente latrine. Queste ultime avevano grandissima importanza tra le infrastrutture igienico-sanitarie delle città romane. «Potevano essere sia private come quelle che ad Ostia Antica vediamo nelle domus più ricche o nei condomini, ma anche pubbliche. Infatti è stata la civiltà romana la prima a predisporre questi ambienti per l'utilizzo di tutti i cittadini» spiega l'archeologa Silvia Calvigioni. «Le latrine erano ambienti tecnologicamente molto avanzati: al loro interno si poteva trovare acqua corrente predisposta per pulirsi e per lavarsi, ma erano anche allacciate alla rete fognaria cittadina, cosa che garantiva lo smaltimento dei rifiuti e la sanità dell'ambiente». «La prima colonia romana si caratterizza, del resto, per il suo rapporto con l'acqua - aggiunge Santucci - nasce in un territorio alla confluenza del fiume Tevere nel mar Tirreno, è dotata di un porto fluviale e le strutture della città si affacciano direttamente sulla spiaggia. Inoltre, può contare su una ricca circolazione idrica, una falda freatica di acqua dolce sfruttabile attraverso lo scavo di pozzi e l'uso di ruote idrauliche di legno».
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Il Messaggero