'Ndrangheta. Otto arresti a Reggio Calabria, tra loro boss del Vibonese

(LaPresse) La Polizia di Stato di Reggio Calabria questa mattina ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 8 persone indiziate di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
(LaPresse) La Polizia di Stato di Reggio Calabria questa mattina ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 8 persone indiziate di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose. Indagate, in stato di libertà, altre 7 persone per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose. Le indagini hanno permesso, attraverso numerosi servizi tecnici di intercettazione, di individuare i presunti appartenenti alla cosca Crea di Rizziconi, che si sono occupati, tra le altre cose, di gestire la latitanza di Domenico Crea, classe 82, catturato dalla Polizia di Stato a Ricadi (VV) il 2 agosto del 2019, dopo oltre 4 anni di latitanza. Al momento della cattura, Crea, ritenuto reggente del sodalizio in ragione dello stato di detenzione del padre Teodoro e del fratello Giuseppe (quest’ultimo arrestato dopo oltre un decennio di irreperibilità) era ricercato per diversi provvedimenti restrittivi tra i quali figurava una condanna ad oltre 21 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione. E' inoltre emerso che la latitanza di Domenico Crea era protetta da una articolata rete di fidati sodali, tra i quali Domenico Pillari (che si è avvalso della fattiva collaborazione del figlio Giovanni) e Rocco Versace, già condannati in passato per aver favorito la latitanza dell’anziano boss Teodoro, che al contempo si occupavano di garantire l’operatività del sodalizio attraverso la veicolazione di messaggi verso esponenti di altre articolazioni criminali, fornendo aiuto ed appoggio all’allora giovanissimo Teodoro Crea, successivamente arrestato nel corso dell’operazione Nuova Narcos Europea, interponendosi nelle trattative di compravendita dei terreni storicamente condizionata dai diktat mafiosi. DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero