La decisione del downgrade dell'agenzia, che conclude la revisione avviata il 25 maggio, è appena un gradino sopra il ilivello dei titoli cosiddetti spazzatura. ...
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Due i fattori chiave: la manovra di governo, che punta a decifit di bilancio più elevati nei prossimi anni e un rapporto debito pubblico/pil che secondo i tecnici dell'agenzia probabilmente si stabilizzerà sempre nei prossimi anni attorno al 130%, contrariamnete alle ipotesi previste di riduzione.
Ma non solo: con l'andamento del debito pubblico soggetto a prospettive di crescita deboli, il rapporto debito/pil potrebbe ulteriormente aumentare. La crescita a medio termine inoltre potrebbe risentire dello stallo dei priani di riforme economiche e fiscali strutturali. L'agenzia ritiene chhe dopo un temporaneo aumento della crescita dovuto alla politica fiscale espansiva, si torni poi al tasso tendenziale dell'1% e in ogni caso l'agenzia ritiene che anche nel breve periodo lo stimolo fiscale fornirà un impatto più limitato rispetto a quanto ipotizzato dal governo. Insomma a parere di Moody's, i piani di politica fiscale ed economica del governo non comprendono un'agenda coerente di riforme.
Quanto all'outlook stabile, secondo Moody's riflette i punti fi forza del paese: dal'economia ampia e diversificata agli ingenti avanzi delle partite correnti, agli investimenti internazioanali nel paese, all'alto livello di ricchezza delle famiglie italiane potenziale cuscinetto e fonte di possibile finanziamento per il governo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero