Lundini: le mie "Faccende complicate", tra trapper e caffè sospeso

Su RaiPlay dal 12 gennaio un viaggio in Italia in dieci puntate Roma, 12 gen. (askanews) - Valerio Lundini è tornato per...

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Su RaiPlay dal 12 gennaio un viaggio in Italia in dieci puntate

Roma, 12 gen. (askanews) - Valerio Lundini è tornato per raccontare delle "Faccende complicate". Dieci puntate da 25 minuti, disponibili su RaiPlay dal 12 gennaio, tre per ogni settimana, in cui ci mostra le tappe di un viaggio in Italia con storie e personaggi che hanno destato la sua curiosità. Il tono, naturalmente, è quello divertente e surreale che lo ha reso così popolare.

 

"Faccende complicate è il titolo del programma. Si chiama così perché è un titolo dove ci puoi infilare qualunque cosa e nessuno direbbe 'non c'entra col titolo' perché sono quei titoli vasti.

 

Alle fine su dieci puntate nove e mezzo trattano delle faccende, che poi siano complicate o meno uno se lo dimentica". Da Milano a Torino a Napoli, Lundini spazia tra argomenti molto diversi fra loro, dalla disabilità all'ossessione per la bellezza, dagli ultimi paninari reduci degli anni Ottanta ai trapper, alla tradizione del "caffè sospeso".

 

Non stiamo in America. In America ti fai un'idea, puoi metterci gli alieni, c'è una produzione con i miliardi che ti trova gli alieni. Qua ho detto, non avendo i soldi che c'hanno gli americani, cerchiamo delle cose già strane di per sé, per esempio il campionato di scacchi-pugilato, che io da solo non avrei potuto allestire. Già esiste, ci vado a fa' una puntata così chi lo vede pensa che è tutta finzione dice: ammazza vedi, hanno messo su un teatrino fatto proprio bene".

 

L'ultima tappa del suo viaggio è all'estero, esattamente in Albania, dove ha provato a diventare una star della tv. "Se un turco o un francese venisse per quattro giorni costantemente nei nostri programmi noi diremmo: ce sta sto turco che è qualcuno. Io sono andato in vari programmi albanesi ma non ci siamo capiti. Ed è anche prevedibile perché parlano una lingua stranissima, piena de lettere".

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Il Messaggero