Legge elettorale, il Prorettore Di Giorgio (Luiss): «Follia cambiarla continuamente»

«Mi sembra veramente una follia quello che abbiamo fatto nel Paese: cambiare la legge elettorale così tante volte ed essere l’unico Paese che lo fa. È...

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«Mi sembra veramente una follia quello che abbiamo fatto nel Paese: cambiare la legge elettorale così tante volte ed essere l’unico Paese che lo fa. È uno degli elementi a fondamento della convivenza sociale e civile di un popolo, non dico per l’eternità, ma almeno per una o due decadi. Poi magari cambiano le cose e viene in mente di riformare anche il sistema con cui si è rappresentati. Ma che ogni governo, ogni cambio di coalizione, venga a cercare di presentare una riforma di come si vota che possa essere più o meno conveniente è una figura terribile a livello internazionale». Lo ha detto a “La regola del gioco”, l’approfondimento di Sky TG24 sull’importanza che la legge elettorale ha per la democrazia del Paese, il Prorettore dell’università Luiss Giorgio Di Giorgio.


L’approfondimento di Sky TG24, spiega il direttore Giuseppe De Bellis in un editoriale, vuole “affrontare la questione sui princìpi e non cadere nella logica del ‘che cosa conviene a chi’. Sky TG24 vuole parlare di futuro, di governabilità, di stabilità, di crescita e soprattutto di un’idea di Paese”. Per questo all’interno dell’approfondimento sono presenti esperti, ma nessun parlamentare in carica.

«La legge elettorale – spiega ancora il direttore nell’editoriale - è la regola del gioco. La vera regola, la più importante, perché stabilisce un contratto morale con l’elettore che deve sapere cosa ne sarà della sua scelta nelle urne. Per questo in una democrazia matura la legge elettorale non si piega alla politica, ma è la politica che si piega ad essa». «Quella del ritorno al proporzionale è una spinta fortissima, che cancellerebbe il bipolarismo tanto auspicato, cercato, voluto con cui si sancì l’inizio della Seconda Repubblica. Può un Paese guardare indietro? E può farlo su un tema così delicato e centrale? Abbiamo inseguito per anni il futuro, non cadiamo nella tentazione di rifugiarci nel passato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero