Mentre infuria la polemica sul presepe e in qualche luogo pubblico si decide addirittura di abolirlo, esce dopodomani un film che affronta lo scontro fra culture e religioni con...
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LA STORIA
Siamo in una scuola multietnica dove il cattolicissimo preside prepara la recita di Natale mischiando, per far contenti tutti, la tradizione cristiana con canti buddisti e leggende islamiche. Il piccolo Samir, musulmano, lancia un sasso contro una finestra e la rompe ferendo lievemente il bidello e la moglie. Ma il tentativo di chiudere la faccenda con un semplice risarcimento scatena la rissa tra lo stesso preside, la maestra vegana, la mamma e la nonna (velate) del ragazzino, i due bidelli. Si ride dall’inizio alla fine, ma si riflette: «Il film è la fotografia ironica di quello che sta succedendo in Italia, dove la religione e il colore della pelle diventano pretesti per dare sfogo ai pregiudizi», spiega Ravello, «viviamo condizionati dalla paura a cui ci rimanda la stessa politica. La diversità ci spaventa, non a caso si parla di integrazione e convivenza anziché di condivisione».
GLI ATTORI
Guzzanti, che strappa una risata dietro l’altra nel ruolo del preside, osserva: «Il nostro film sembra un instant-movie: molte scuole evitano come la peste le recite di Natale proprio per non scatenare problemi religiosi o ideologici. Il mio personaggio prova a mettere d’accordo tutti, ma gli va malissimo. In fondo cerchiamo sempre chi ha scagliato la prima pietra, ma guardando al passato. E la comicità permette di assestare delle belle rasoiate». Conclude Kasia Smutniak, bellissima anche con il chador: «La mia musulmana, nata in Italia ma guardata con sospetto a causa della religione e del velo, racconta la realtà», dice. «Oggi anche in Italia, paese di accoglienza, la paura del diverso scatena altre paure». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero