Interprete lascia microfono acceso e insulta deputato leghista: «Che...»

«Un episodio gravissimo, un gesto di grande diseducazione». Non nasconde l'amarezza l'eurodeputato della Lega Angelo Coccia per le «parole vergognose ed...

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«Un episodio gravissimo, un gesto di grande diseducazione». Non nasconde l'amarezza l'eurodeputato della Lega Angelo Coccia per le «parole vergognose ed offensive» espresse nei suoi confronti da un interprete del Parlamento europeo durante una diretta video. In un post su Facebook l'esponente del Carroccio ha denunciato l'episodio in questione postando un video. Nella breve sequenza, dopo l'annuncio dell'intervento di Ciocca, si sente una voce di un interprete dire: «Che c...ne, possiamo dirlo? Ma dai...». Una vicenda su cui Ciocca promette battaglia. «Mi auguro che il presidente del Parlamento Sassoli agisca su una cosa grave come questa», commenta l'europarlamentare contattato dall'ANSA. Sul caso è intervenuto il Parlamento europeo, che ha fatto sapere di essere «al corrente del commento inappropriato dell'interprete».


In una nota si precisa che la «registrazione della riunione è stata corretta e i commenti sono stati rimossi» e che «il deputato riceverà le scuse da parte del Direttore generale responsabile degli interpreti», ma anche che «l'interprete che ha causato lo spiacevole incidente è stato contattato e si è già scusato per il linguaggio usato». Ciocca riferisce di aver ricevuto chiamate dai colleghi pronti a «sottoscrivere un documento di reclamo formale all'ufficio traduzione e all'ufficio preposto, per lamentare» questo episodio. «Va preso un provvedimento e se fosse stato un mio dipendente sarebbe tranchant», rimarca il leghista. Il deputato ricorda quindi il provvedimento di 10 giorni di sospensione preso nei suoi confronti dal presidente Sassoli quando lo stesso eurodeputato lanciò una scatola di cioccolatini in aula a Strasburgo «per dire no all'ingresso della Turchia in Europa» e suggerisce che si usi lo «stesso metro» di giudizio. Infine ricorda la sua performance «provocatoria» con l'allora commissario europeo Pierre Moscovici, quando prese i fogli della relazione del francese e vi poggiò sopra una scarpa, ma ammette: «Non mi limito nel fare e nel dire quello che penso, ma ovviamente sempre nel rispetto delle altre persone» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero