Maxi incendio a Sassari nello stabilimento Gesam per la raccolta dei rifiuti: allarme diossina

Nei cieli di Truncu Reale, alla periferia di Sassari, è arrivato anche un canadair per dare manforte alle squadre a terra e agli altri elicotteri antincendio impegnati,...

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Nei cieli di Truncu Reale, alla periferia di Sassari, è arrivato anche un canadair per dare manforte alle squadre a terra e agli altri elicotteri antincendio impegnati, ormai da oltre quattro ore, nelle operazioni di spegnimento del terribile rogo divampato all'interno dello stabilimento della Gesam, la struttura dedicata alla raccolta dei rifiuti, soprattutto plastica, che è stato completamente avvolto dalle fiamme.

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Il lavoro delle decine di uomini in campo continua senza sosta, la fitta colonna di fumo resta ancora alta, ma pare che i pompieri, il Corpo forestale e la Protezione civile stiano riuscendo ad avere la meglio sull'avanzata del rogo. Nel frattempo sono arrivati sul posto anche gli alti dirigenti del comando dei vigili del fuoco, dei carabinieri del Noe, e del Corpo forestale.

Cittadini invitati a chiudere le finestre

Sul posto anche i tecnici dell'Arpas per valutare le azioni da intraprendere rispetto al rischio diossina, che si sta sprigionando nell'aria a causa della combustione dei rifiuti. «La colonna di fumo ora non si sta più dirigendo verso il territorio sassarese - fa sapere il Comune di Sassari -. Tuttavia, in via precauzionale, si consiglia di tenere chiuse le finestre in modo che eventuale diossina presente nell'aria (e che tende a depositarsi sulle superfici) non entri in casa. Se il fumo dovesse dirigersi verso le nostre borgate o il centro città allora verrebbe resa immediatamente esecutiva l'ordinanza che è già stata predisposta che chiederebbe di limitare le attività all'aperto, specie quelle ludiche, e ordinerebbe la chiusura delle finestre nelle abitazioni. La situazione è monitorata in loco dal sindaco e dalle forze dell'ordine e se sarà opportuno sarà immediatamente emesso il provvedimento e ne sarà data massima diffusione».

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Il Messaggero