Giappone, giù export pesce dopo sversamento in mare acque radioattive

In tanti al mercato del pesce Toyosu di Tokyo acquistano presso un banco che promuove il pesce delle tre regioni giapponesi maggiormente colpite dallo tsunami e dalla conseguente...

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In tanti al mercato del pesce Toyosu di Tokyo acquistano presso un banco che promuove il pesce delle tre regioni giapponesi maggiormente colpite dallo tsunami e dalla conseguente catastrofe nucleare del 2011, compresa Fukushima. Il progetto solidale chiamato "Yumeichi Rakuza" è iniziato a luglio e ha coinciso, poco dopo (24 agosto) con lo sversamento in mare delle acque della centrale nucleare nel Pacifico e il divieto cinese di esportare i prodotti ittici nipponici.

 

"Il volume delle esportazioni si è dimezzato - spiega il commerciante all'ingorsso Noshinobu Yoshihash - e non parlo solo della Cina, ma anche Hong Kong e Macao in un senso più ampio. Ho sentito da persone che lavorano nell'industria che i clienti stanno diventando più rari e che il pesce giapponese viene evitato", ha aggiunto, affermando che secondo lui il governo avrebbe dovuto fare più comunicazione e dare più rassicurazioni sullo sversamento delle acque radioattive.

 

"C'è grande richiesta per il pesce da Fukushima - dice Yutaka Hayama, capo di una cooperativa di grossisti di pesce - preferiremmo farne più uso qui nel nostro Paese. Anche se l'export verso la Cina terminerà, questi prodotti non rimarranno invenduti sugli scaffali".

 

Il pesce pescato nell'area di Fukushima è eccellente, secondo molti, pochi sono davvero preoccupati.

 

"Non credo che la prova scientifica debba essere indebolita dalle chiacchiere - afferma un cliente, Yoichi Yamashita - se si rimane calmi, ci si informa e si valuta bene, non è per niente pericoloso".

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Il Messaggero