Fiumicino, la banchina del porto-canale invasa dai rifiuti: il degrado accoglie pescatori e turisti

di Umberto Serenelli Il degrado avvolge di nuovo la banchina nord del porto-canale di Fiumicino. In particolare il danno di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

di Umberto Serenelli

Il degrado avvolge di nuovo la banchina nord del porto-canale di Fiumicino. In particolare il danno di immagine per la cittadina marinara riguarda il tratto dove ormeggia la flotta peschereccia che presenta l'abbandono delle attrezzature adibite all'attività in mare. Oltre alle reti in disuso adibite allo strascico, sono spuntate tante taniche, di circa 10 litri, contenenti olio esausto, grossi bidoni di carburante vuoti, cassette di polistirolo, pezzi di funi di canapa e in acciaio, oltre ai pesanti divergenti aggrediti dalla ruggine degli agenti corrosivi marini.

Quello che colpisce quanti si avventurano in direzione molo sono i grossi copertoni di trattori, utilizzati come parabordi dai motopesca, e i carrelli in dotazione ai supermercati per gli acquisti che sono rigorosamente incatenati, con tanto di lucchetto, ai pali della pubblica illuminazione: sono utilizzati dagli abusivi per trasportare le casse contenenti il pescato che spesso vengono abbandonate. Il vento di mare capovolge i contenitori di polistirolo, lasciati incustoditi, e il contenuto seminato ovunque con odori nauseabondi la mattina successiva. Preoccupano anche le numerose taniche di olio esausto che più delle volte si rovescia in terra provocando pericolose chiazze nere. Alcuni mettono sul banco degli imputati gli armatori della locale flotta che però si difendono respingendo le accuse.

«I recipienti in banchina non sono della pesca a strascico precisa Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca Romana perché la categoria ha fatto un accordo con il Consorzio recupero olii esausti che si fa carico di recuperare, gratuitamente e con regolarità, al termine delle operazioni di sostituzione del liquido ai motori». Da cornice alla vasta gamma di immondizia anche sacchetti di pattume urbano annidato tra le reti e di difficile rimozione per gli addetti allo spazzamento della banchina. All'inizio dello scorso anno la cooperativa Pesca Romana aveva tirato a lucido il tratto di sponda destra che è ripiombata nell'incuria. «È chiaro che questo accade per mancanza di adeguati controlli precisa il residente Giampiero Imperato, mentre passeggia lungo la Fossa Traianea -. Contribuisce a accentuare la presenza di sudiciume anche la cronica assenza di cestini raccogli cartacce. Questo autorizza i turisti a gettare i rifiuti all'interno dei carrelli della spesa che si prestano a tale raccolta». La categoria dei pescatori lancia un appello alla sistemazione dei moli operativi del porto-canale. «Denunciamo l'immobilismo dell'Autorità di sistema portuale conclude Del Prete che non effettua la manutenzione ordinaria sulla superficie delle banchine che presentano, in alcuni punti, delle pericolose buche, vere e proprie trappole per i marinai quando sbarcano il pescato o sistemano le reti». 

(Video Mino Ippoliti)

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero