"Fake news - Reportage e inganni", In prima visione il documentario che racconta uno dei più grandi scandali mediatici del nostro tempo

Fake News - Reportage e inganni, in esclusiva su Sky Documentaries martedì 10 ottobre alle 21.15 e in streaming solo su NOW e disponibile anche on...

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Fake News - Reportage e inganni, in esclusiva su Sky Documentaries martedì 10 ottobre alle 21.15 e in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand, é l’incredibile storia di un impostore e delle manipolazioni con cui ha ingannato l’intero sistema mediatico. Claas Relotius, giovane e pluripremiato reporter di successo della prestigiosa rivista Der Spiegel, è sempre alla ricerca della storia perfetta; con i suoi reportage su temi caldi come la Siria e il confine tra Stati Uniti e Messico, pubblica numerosi pezzi accrescendo la sua fama, finché il suo collega Juan Moreno non inizia a dubitare delle sue fonti e delle testimonianze che solo Relotius riesce misteriosamente a ottenere. Moreno mette a rischio la sua stessa carriera per smascherare il collega, scontrandosi con un'industria dell'informazione che è disposta a negare anche l’evidenza pur di non perdere la sua gallina dalle uova d'oro, ma alla fine riesce a distruggere il castello di carte costruito da Relotius e la verità viene a galla: molti dei suoi reportage contengono dettagli inventati e personaggi mai esistiti, e Relotius ha perfino creato falsi account di posta elettronica di presunte e inesistenti fonti da mostrare ai suoi redattori.  

Lo scandalo sconvolge inevitabilmente Der Spiegel, ma investe l’intero settore della stampa e dell’informazione; Relotius, infatti, non solo aveva scritto più di 60 articoli per la rivista tedesca nel corso di sette anni, ma aveva anche scritto articoli per diverse altre rispettate testate in lingua tedesca, tra cui Süddeutsche Zeitung, il più grande quotidiano tedesco. Ci sono voluti molti mesi per stabilire pienamente l'entità della frode. Due anni dopo lo scandalo, Claas Relotius si giustifica pubblicamente per la prima volta giustificandosi con la sua malattia mentale: per lui realtà e finzione non possono essere differenziate; scrivere avrebbe dovuto essere la sua terapia.

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Il Messaggero