Roma, discarica a Largo Argentina: templi e pavimenti coperti dai rifiuti

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Servizio di Laura Larcan - Video di Francesco Toiati

Bisognerebbe dare a Cesare quel che è di Cesare. Ma il condizionale stavolta resta doveroso. Soprattutto se ci si affaccia sull’area sacra di Largo Argentina, uno dei siti archeologici più importanti e suggestivi di Roma, legato non a caso alla memoria del grande personaggio storico che proprio qui, nella Curia di Pompeo, venne pugnalato a morte nelle Idi di marzo del 44 a.C. Lo spettacolo è impietoso in questo complesso monumentale incassato ad un livello inferiore, su cui sorgono quattro templi di età repubblicana, databili tra il III e il II secolo a.C. I rifiuti appaiono sparsi ovunque, con l’effetto discarica a cielo aperto. Basta sporgersi soprattutto dalle balaustre sul lato del Teatro Argentina per scoprire strati di carta di giornali. Per non parlare delle bottiglie di birre e lattine lasciate ai margini, lungo il perimetro dell’area, come reliquie di bivacchi. L’erba infestante, poi, assedia le rovine millenarie: le murature sembrano sparire in quelle aiuole selvagge che testimoniano l’assenza di manutenzione. E le tracce di un cantiere in apparenza fermo da giorni completano lo scenario. Eppure l’area archeologica di Largo di Torre Argentina, in consegna al Comune di Roma e alla Sovrintendenza capitolina, è al centro di una importante (e attesissima) operazione di restauro e valorizzazione che vanta un mecenate illuminato come la maison Bulgari che ha donato al Campidoglio 1 milione di euro per la musealizzazione e l’apertura del sito al pubblico per la prima volta dal suo ritrovamento, avvenuto negli anni Venti del ‘900. I lavori erano partiti nell’estate del 2021, sulla base della convenzione siglata trra la famosa azienda di gioielli e Roma Capitale. Dovevano durare un anno. Ma a distanza di dodici mesi tutto sembra fermo e di operai neanche l’ombra. E sì che dovevano essere realizzati dei camminamenti su passerelle in quota per permettere ai visitatori di scendere e “immergersi” tra gli antichi resti romani in tutta sicurezza. Un’esperienza unica. Che resta al momento solo un sogno.

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Il Messaggero