Una traccia di Dna lasciata sull'auto delle due vittime, l'analisi dei tabulati telefonici e la visione attenta delle telecamere dell'impianto fotovoltaico delle...
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«Un lavoro investigativo particolarmente difficile vista la complessità della scena del crimine - ha spiegato il colonnello Baldassare Daidone, comandante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta - e un delitto di particolare efferatezza avvenuto a colpi di pietra. Qualche giorno prima c'era stato un diverbio tra i due fratelli e l'arrestato il quale era stato redarguito per aver fatto pascolare il gregge nel loro terreno. Il giorno del duplice omicidio Scurtu si è recato dai due fratelli per un chiarimento e la lite è poi degenerata». «Prima l'omicida ha colpito Filippo, che tra i due fratelli era quello più in forma pur trattandosi sempre di un anziano, - ha proseguito - Daidone - per poi colpire Calogero che per camminare utilizzava un bastone e con tutta probabilità ha provato a scappare. Il ragazzo, seppur basso di statura, è dotato infatti di una notevole forza fisica. Dopo il delitto il giovane ha tentato maldestramente di occultare i due cadaveri. Quello di Filippo è stato messo vicino ad un'auto data alle fiamme mentre quello di Calogero è stato nascosto a 200 metri all'interno di un edificio utilizzato anche come deposito degli attrezzi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero