Le vacanze romane del New York Times: niente Vaticano, ma tanto Pigneto

Le vacanze romane del New York Times: niente Vaticano, ma tanto Pigneto
Trentasei ore a Roma, senza farsi impressionare troppo dalla Grande Bellezza, nel senso del film. Ma scoprendo angoli nascosti della Capitale dove mangiare, bere e soprattutto...

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Trentasei ore a Roma, senza farsi impressionare troppo dalla Grande Bellezza, nel senso del film. Ma scoprendo angoli nascosti della Capitale dove mangiare, bere e soprattutto vedere cartoline insolite rispetto a quelle classiche che passano da San Pietro e arrivano a piazza Navona. «What to Do in Rome», si intitola così il reportage pubblicato da Ingrid Williams sul sito del New York Times. Consigli utili, con una scadenza temporale accompagnati da un video (http://www.nytimes.com/2015/03/08/travel/what-to-do-in-36-hours-in-rome.html?smid=tw-nytimestravel&_r=0)






«Da quartieri periferici che invitano con nuovi ristoranti e bar, al centro storico, dove protagonista del signor Sorrentino, Jep, vagava per così tante scene, Roma resta in bilico per dimostrare che la sua bellezza è più profonda», scrive il giornale americano. Che propone per un wee-end romano le seguenti tappe, divise appunto per ore.



Venerdì: prima tappa alle Terme di Caracalla, «straordinariamente ben conservate in parti. Poi un tuffo nelle gallerie dell'arte moderna vicino Campo de 'Fiori (la Varsi, la Dorothy Circus Gallery e Lorcan O'Neill). Poi cena a Centocelle da Mazzo per gustare la varie sfumature di pasta (gricia, carbonara...). Per il NYT si può finire la cena al Pigneto dove i «bevitori di birra dovrebbero dirigersi verso Birra Più, un negozio di bottiglia e pub con birre artigianali provenienti da Brewfist e Birrificio Emiliano alla spina. Per qualcosa di più forte, cercare Co. So. Cocktails e sociale».





Sabato: il risveglio capitolino è nei mercati, da quello di Testaccio a quello più vintage di Monti. «Per il pranzo, provate il Pane Alici, preparato con formaggio cremoso stracciatella, acciughe tartufati e rucola su un nero, seppia panino-ink realizzato in-house». Nel pomeriggio il giornale consiglia un salto al Macro, seguito da un blitz da «Come il Latte, una gelateria adorabile scavare alcuni dei gelato cremoso a Roma». Da smaltire poi con una passeggiata nel Quartiere Coppedè. A cena Monteverde dove continuare anche dopo con birre e drink. Segnalato il Mezsconi, «che modifica il classico Negroni scambiando fuori gin per lo spirito fumoso».



Domenica: altro percorso alternativo, messa sì, ma niente Vaticano. Meglio San Paolo Fuori le Mura, «luogo sacro ideale per la contemplazione senza fretta». Ristorato lo spirito, tocca alla religione del riuso con un tour consigliato alla Centrale Montemartini, museo che ospita sculture antiche e manufatti provenienti dai Musei Capitolini. Prima dell'arrivederci Roma ultima casella da sbarrare: la pizza. «Per lo stile romano sottile crosta, andare a Emma, ​​una pizzeria chic che ha aperto nel centro storico nel 2014». Perché come conclude il New York Times deve finire come ogni vacanza romana dovrebbe: con la pancia piena.





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Il Messaggero