Turismo storico, sui luoghi della Grande Guerra

Il Museo a Monte San Michele
Il 28 luglio 1914 scoppia la Prima guerra mondiale e l’Impero austro-ungarico dichiara guerra al Regno di Serbia, dopo l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando...

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Il 28 luglio 1914 scoppia la Prima guerra mondiale e l’Impero austro-ungarico dichiara guerra al Regno di Serbia, dopo l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este. Questi i dati storici. Sono trascorsi 100 anni e per capire la vita dei militari in quelle zone, esiste un cammino lungo le trincee e i percorsi accidentati, che porta il visitatore a rivivere quelle atmosfere.






Uno dei luoghi simbolo si trova a Monte San Michele, lungo il fronte del Carso, sotto i cui colli scorre l’Isonzo. Qui per quattro anni le milizie italiane vivono e combattono tra fango e polvere dentro la trincea, un reticolato di gallerie non più lungo di 20 chilometri che attraversa colli e boschi della zona.



Il Museo della Grande Guerra del Monte San Michele, con i suoi 275 metri di altezza, permette di comprendere l'importanza strategica del luogo. Il museo all'aperto, nel cuore del Carso isontino mostra le strutture ed i monumenti costruiti tra le quattro cime di questo rilievo carsico: la galleria cannoniera della Terza armata, scavata sotto terra, il sentiero che conduce alla caverna austriaca del Generale Lukachich e dello Schönburgtunnel, struttura difensiva che attraversa il Monte e raggiunge il versante opposto.



A Pochi chilometri a nord di Gorizia c’è poi il Parco della Pace del Monte Sabotino (Sabotin Park Miru in sloveno), un museo all'aperto tra Italia e Slovenia. Con i suoi 609 metri il Sabotino controlla dall'alto Gorizia. Dal rifugio del Monte Sabotino si dipanano diversi sentieri: uno, percorrendo una trincea, conduce alla caverna delle 8 cannoniere, un altro porta all’articolato sistema di gallerie su più piani, costruito dagli austro-ungarici e migliorato dagli italiani. Il terzo sentiero conduce in cima, a 609 metri s.l.m..



Camminando per qualche minuto, dopo la caverna dell'Ottava divisione italiana si scende verso la Quota di San Valentino (538), sede di un eremo costruito tra il 1500 ed il 1700: i resti sono divisi dal confine con la chiesa in territorio sloveno mentre il soggiorno e le fattorie si trovano su quello italiano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero