Trivabus, la startup che sfrutta i bus vuoti per offrire biglietti a meno di un euro

Trivabus, la startup che sfrutta i bus vuoti per offrire biglietti a meno di un euro
Un volo a vuoto, chiamato anche empty leg, è un jet privato che vola senza passeggeri. Succede anche nel trasporto su gomma, ogni volta che un bus è costretto a...

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Un volo a vuoto, chiamato anche empty leg, è un jet privato che vola senza passeggeri. Succede anche nel trasporto su gomma, ogni volta che un bus è costretto a percorrere l'andata oppure il ritorno senza persone. Effettuare viaggi ‘a vuoto’ non è economicamente vantaggioso per le aziende, ma neanche per l’ambiente e per la congestione delle strade. È da questa constatazione che Vito Mirko Greco, pugliese classe 1980, è partito per ideare e lanciare Trivabus, la prima piattaforma operativa in Italia che aggrega le cosiddette ‘percorrenze a vuoto’ e le mette a disposizione di chi vuole muoversi in Italia e all’estero in modo sostenibile ed economico.


«Lavoro da anni nel settore del trasporto su gomma - spiega Vito Mirko Greco - e quello delle ‘percorrenze a vuoto’ è una nicchia di mercato ambiziosa, che ha interessato anche altre realtà in passato, ma che finora non aveva visto operatori in grado di lanciare e rendere effettivamente operativo il servizio in Italia». Trivabus ha alle spalle una realtà consolidata, quella di EurobusNetwork, bus operator attivo da oltre 10 anni nel settore.

«Facciamo leva su un network di circa mille compagnie affiliate e un parco bus di 5mila unità - spiega Greco -, per creare una soluzione innovativa con una logica grazie alla quale tutti guadagnano qualcosa: viaggiatori attenti alle tariffe, come studenti fuori-sede o pendolari, fornitori che vogliono ampliare il loro business, ma anche l'ambiente, grazie al pieno utilizzo della capacità dei bus su strada». «Solo per dare una stima del fenomeno - prosegue Vito Mirko Greco -, con Eurobusnetwork, nel 2016, più di 3.375 volte i bus hanno viaggiato vuoti. Trivabus è la soluzione a questo problema».

La startup opera già su una lunga lista di queste rotte, ma sta concentrando i suoi impegni anche nell’attività di nuove affiliazioni per accrescere ulteriormente il network delle connessioni-tratte a vuoto, perché il problema è comune. «L’obiettivo - sintetizza Greco - è aggregare l’intera offerta delle tratte a vuoto, arrivando a coprire tutto il territorio nazionale, comprese le destinazioni minori, in modo da poter fornire ad ogni richiesta dell’utente, la risposta ‘sì, Trivabus fa per te’».

Sul sito Trivabus sono consultabili i bus disponibili sul territorio nazionale. Tutte le tratte a vuoto vengono inserite sul portale ad un prezzo base di 0,99 centesimi, garantito per il 10% della capienza. Un restante 10% dei posti viene venduto a €2,99. Per tutti i posti a sedere rimanenti Trivabus assicura comunque il prezzo più basso del mercato, grazie ad un algoritmo che analizza i costi delle tratte ‘concorrenti’ disponibili online.

La rete dei ‘bus recuperati’ di Trivabus si espande ogni giorno, coprendo da nord a sud i principali centri ma andando a collegare anche le province più svantaggiate dalla rete ferroviaria e dai bus di linea. «In Italia, quasi la metà degli studenti universitari studia fuori sede - racconta Angelo Marzano del Consiglio di amministrazione della Sapienza e membro del direttivo dell'Associazione studentesca Vento di cambiamento Fenix -. Il dato relativo alle spese di trasporto, per ritornare a casa durante le feste (pasquali, natalizie ed estive), ha un impatto non trascurabile sul budget annuale a disposizione. Secondo nostre rilevazioni, effettuate all'Università La Sapienza di Roma, uno studente fuori sede spende fino a 400 euro».


«Per ogni tratta, anche le più gettonate - spiega Vito Mirko Greco -, riserviamo dei posti di lancio a 0,99 centesimi. Quindi, avendo la possibilità di pianificare con anticipo le partenze e approfittare dei prezzi di lancio, uno studente può risparmiare fino al 98 per cento, oltre 390 euro all’anno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero