Andare alla scoperta di un angolo nascosto della Costiera Amalfitana e ritrovarsi immersi tra i colori e gli aromi di fitti limoneti che si alternano a rigogliosi giardini a picco...
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Cinque ore in totale per fare l'escursione e apprezzare il panorama: si comincia dalla piazza principale della frazione di San Lazzaro, nel comune di Agerola (altrimenti si può optare per il tragitto alternativo che parte da Amalfi e, attraverso un giro panoramico, ci fa ritorno). Seguendo una strada carrabile e affrontando una ripida scalinata in pietra calcarea, che poi diventa una mulattiera, si raggiunge il punto più alto dell’intero percorso, sul Monte Murillo, a circa 840 metri, praticamente una terrazza naturale che si affaccia sul mare della Costiera. Da qui in poi, l’itinerario non prevede più salite. Proseguendo, si cammina nel mezzo della macchia mediterranea, alternata da boschi cedui di castagno e di ontano napoletano, dove è facile incontrare muli che trasportano la legna in paese o cavalli allo stato brado.
Superata la prima valle e il piccolo altopiano spesso dominato dalla felce aquilina, si continua in discesa, e dopo aver attraversato un breve tratto di pietraia, si approda alla fredda sorgente dell’"Acquolella", così chiamata per la poca acqua che sgorga dalla fonte. Tutto intorno, la vegetazione si è fatta più ricca e rigogliosa. Una volta raggiunta la località Paradiso, con i castagneti da frutto in parte dismessi o in fase di recupero, si possono ammirare i ruderi di un’antica calchera, una grande fornace dove in passato si lavorava la calce. Seguendo il corso dei torrenti che scendono verso la costa, come il fiume Canneto, si arriva finlamente nella Riserva Integrale della Valle delle Ferriere, dove, in un’atmosfera fiabesca tra cascate e ruscelli, vivono rari esemplari di “Woodwardia radicans", una felce bulbifera gigante risalente all’Era delle Glaciazioni.
E’ qui che ci si concede una pausa di ristoro e refrigerio, per poi risalire il letto del Canneto, tra i ruderi delle ferriere del Cinquecento e quelli delle famose cartiere appartenute alla Repubblica Marinara di Amalfi. Una volta avvistate le colorate case del comune costiero, il paesaggio cambia di nuovo: a comparire per primi sono i terrazzamenti con gli ortaggi di stagione e i caratteristici limoneti, con lunghe distese di macchie gialle e verdi che arrivano a lambire l'acqua blu del mare. Il percorso si conclude proprio di fronte al Museo della Carta di Amalfi, un altro luogo che, con un po' di tempo a disposizone, vale la pena di visitare. Per informazioni: www.cartotrekking.com; 366 1929884; 081 8791783. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero