C’è una Svizzera che, specialmente nella bella stagione, è un trionfo di sfumature di verde acceso e celeste brillante e poi ce n’è una che...
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Una tradizione che si perde nel passato
Soletta (il suo nome in italiano), sorge sul fiume Aare e quello che oggi è un mito e un profondo simbolo, ha delle radici lontane legate a diversi secoli fa. Fra il il 1344 e il 1532, era suddivisa in 11 baliaggi, mentre nel 1481 è diventata l’11° Cantone della Confederazione e poi c’è l’attrazione più conosciuta: l’orologio che segna 11 ore, ha 11 campanelle e riproduce l'inno ufficioso della città. Non basta ancora? Allora ecco che il numero è presente, tra gli altri, anche nel nome di una cioccolata (11-i «Schokolade»), di una birra («Öufi-Bier») o di un corso di yoga («öufiyoga»), oppure di una ditta («IMMO-11»). Si conclude con la Cattedrale di Sant'Orso, costruita da Gaetano Matteo Pisoni nel XVIII secolo, la quale vanta 11 altari, una torre alta 66 metri e una scala con tre gruppi di 11 gradini.
Curiosità e dettagli
Solothurn unisce diverse influenze artistiche che spaziano tra l’Italia, la Francia e la Svizzera tedesca. Molti sono gli edifici in stile barocco e rinascimentale come il nobile Palais Besenval e i sontuosi edifici sacri che attraversano soprattutto il centro storico. Superba è poi l’offerta culturale con giornate a tema, legate al cinema e alla letteratura e diversi musei come quello di Storia e quello di Storia Naturale, il Museo della Pietra, il Museo del Computer o il Castello di Waldegg fino allo studio della letteratura sentimentale. Merita di essere ricordato, infine, il Museo «Altes Zeughaus», che contiene al suo interno una delle collezioni di armi più vaste d’Europa.
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Il Messaggero