Albergo che vai, richiesta che fai. In questa estate 2016 gli hotel italiani hanno accolto un bel po’ di turisti da ogni parte del mondo e soprattutto a ferragosto i...
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Una sfilza di situazioni al limite nelle quali si son trovati diversi concierge messi a dura prova oltre che dal caldo agostano, dalle pretese stravaganti dei loro clienti.
Per esempio quella della signora inglese con famiglia numerosa al seguito che si era lamentata perché mancava l’altalena della grandezza giusta per la figlia. E che poi ne aveva chieste addirittura sei, ciascuna diversa a seconda dell’età dei bambini. Oppure la lamentela della mamma olandese che annunciava la partenza anticipata dall’hotel perché nella piscina della struttura c’erano troppi bambini che facevano rumore. Dimenticandosi che fra questi i più scatenati erano proprio i suoi tre figlioletti. E c’è pure chi in montagna, all’apparire di una nuvoletta, chiede con insistenza che gli si indichi “un monte abbastanza alto per far volare l’aquilone”.
Poi ci sono i vacanzieri scontenti per una cosa o per il suo esatto contrario. Per esempio chi considera un hotel troppo rumoroso e chi ritiene la stessa identica struttura talmente silenziosa da paragonarla (lamentandosi) a “un convento”. Come dire le due e mille facce della stessa vacanza, oltre ogni limite di sopportazione. Dell’albergatore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero