Nell'Oceano Pacifico la prima città galleggiante del mondo: sarà pronta entro il 2040

Un'immagine del progetto della prima città galleggiante del mondo
Il conto alla rovescia sarà lungo ed estenuante. Entro il 2040, però, la prima città galleggiante del mondo dovrebbe diventare, da “semplice”...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il conto alla rovescia sarà lungo ed estenuante. Entro il 2040, però, la prima città galleggiante del mondo dovrebbe diventare, da “semplice” progetto avveniristico, una solida realtà. A ciò sta lavorando da tempo il Seasteading Institute, l’ente no profit che tra tre anni inizierà ad edificare, nell’Oceano Pacifico, questa futuristica metropoli sul mare comprensiva di case, uffici, ristoranti e alberghi.

 
Lo scenario su cui far sorgere la floating city è stato già scelto e, in attesa del 2020, il Seasteading Institute ha raggiunto un accordo con la Polinesia francese per la realizzazione di un prototipo a grandezza naturale che servirà da modello per lo sviluppo della struttura.

Per portare a compimento la missione, ovviamente, ci sarà bisogno di tantissimi soldi: 167 miliardi di dollari, a quanto pare. Del resto la città galleggiante, assolutamente ecocompatibile e dotata di una propria moneta virtuale, sarà composta da ben dodici lussuose strutture abitative. Lì i suoi residenti, come spiegato dagli stessi ingegneri del Seasteading Institute, daranno vita a nuovi metodi di convivenza civile, un esperimento antropologico che è una delle ragioni ispiratrici del progetto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero