Nepal, ecco i trekking più belli al cospetto dell'Everest

Nepal, ecco i trekking più belli al cospetto dell'Everest
Ai piedi dell’Everest e degli altri giganti del Nepal inizia l’alta stagione del trekking. Dopo il freddo dell’inverno, e prima delle piogge del monsone, i...

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Ai piedi dell’Everest e degli altri giganti del Nepal inizia l’alta stagione del trekking. Dopo il freddo dell’inverno, e prima delle piogge del monsone, i sentieri che salgono verso le grandi montagne toccando villaggi e monasteri offrono avventure alla portata di molti.  A percorrerli sono molte migliaia di appassionati, che arrivano da tutto il mondo.


I sentieri più spettacolari e fotografati del Nepal salgono ai campi-base dell’Annapurna, del Kangchenjunga e dell’Everest, e sono utilizzati anche dagli alpinisti diretti verso le loro spedizioni. Lungo questi percorsi, anche se non vi sono difficoltà, si sale a piedi fino a superare i 4000 o anche i 5000 metri.

Altri trekking, come quello che sale da Pokhara e da Jomosom verso il deserto d’alta quota del Mustang, seguono le storiche carovaniere che hanno collegato per secoli la pianura dell’India con il Tibet. Non mancano itinerari più brevi, da villaggio a villaggio, spesso adatti alle famiglie con bambini.

Il trekking più frequentato è quello che sale al Santuario dell’Annapurna. Richiede 8 giorni, e include alcune salite faticose. Il sentiero più panoramico (12/14 giorni) è quello che sale al campo-base dell’Everest toccando i villaggi degli Sherpa.

Hanno un carattere più culturale e letterario il trek del Mustang (8 giorni) e quello del Dolpo (10-12 giorni), reso celebre da Peter Matthiessen ne “Il leopardo delle nevi” e da Paolo Cognetti con il recentissimo “Senza mai arrivare in cima”. Nella zona è stato girato anche “Himalaya, l’infanzia di un capo” girato nel 2000 da Eric Valli.    

Camminatori dai gusti avventurosi e con esperienza dell’Asia possono arrivare in Nepal e arruolare da soli un “porter-guide”, un portatore che parla un po’ d’inglese. Per gli altri la soluzione migliore è rivolgersi a un’agenzia in grado di organizzare l’intero itinerario.

Tra gli operatori specializzati italiani, oltre alla gettonatissima Avventure nel Mondo, meritano di essere citati Guide Alpine Star Mountain, Navyo Nepal e Viaggia con Carlo. A seconda del trekking scelto i bagagli viaggiano su portatori, muli o yak, e si dorme in tenda o in piccoli alberghi (lodge).

Anche se in Nepal l’organizzazione dei trek è curata, è essenziale avere un po’ di allenamento sui sentieri e una discreta capacità di adattarsi. Gli scarponi e lo zaino devono essere ben rodati, l’abbigliamento e il sacco a pelo devono essere adatti al clima e alla quota. Prima di partire, è essenziale un check con un medico di fiducia.  


Le foreste e i ghiacciai, le albe e i tramonti sulle vette, gli incontri e i sorrisi della gente dei villaggi fanno di un trekking in Nepal un’esperienza che non si dimentica.

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Il Messaggero