A un anno dal terremoto, il Nepal è pronto ad accogliere nuovi turisti

Everest
Nel 2015, per la prima volta dal 1974, non ci sono stati scalatori in vetta all’Everest: il terremoto che ha colpito il Nepal un anno fa, il rischio di valanghe e...

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Nel 2015, per la prima volta dal 1974, non ci sono stati scalatori in vetta all’Everest: il terremoto che ha colpito il Nepal un anno fa, il rischio di valanghe e l’assenza di manutenzione lungo la via da parte degli sherpa, hanno scoraggiato anche tentativi isolati. Ma oggi, ad un anno dal grande sisma che ha messo in ginocchio il Paese, il territorio è pronto ad accogliere di nuovo i turisti e, soprattutto, gli appassionati di escursionismo montano. La prima buona notizia arriva dal Governo nepalese, che ha autorizzato gli scalatori già muniti del Peak Permit e che avevano deciso di rinunciare all’ascensione, a poterlo utilizzare entro i prossimi due anni. 

 

Ancora, gli “icefall doctors”, gli sherpa che predispongono la via della scalata, sono a lavoro per dotare i passaggi più difficili di scale in alluminio e corde. Quest’anno poi, per le spedizioni, si avrà la possibilità di scegliere tra due vie attrezzate all’icefall per l’andata e per il ritorno. Una soluzione doppia pensata per evitare affollamenti e per offrire maggiore sicurezza in un punto particolarmente critico. Incoraggianti novità arrivano anche per i trekker, che possono ricominciare a percorrere il tratto da Myagdi a Mukhit (Mustang) lungo le sponde del fiume Kali Gandaki, evitando così il vecchio sentiero Beni - Jomson, trasformato ormai in via carrozzabile e poco attraente per chi lo affronta a piedi. L’apertura di questo tragitto alternativo ha richiesto ben cinque anni di lavori da parte dell'Annapurna Conservation Area e di diversi imprenditori locali.


Ma il rilancio internazionale avallato da Nepal Tourism Board, dal Foreign Office britannico e dal Dipartimento di Stato Usa, e affidato per l’Italia all’agenzia Open Mind Consulting riguarda tutto il settore turistico. Molto valorizzato, ad esempio, l’aspetto dell’accoglienza, a partire dal dono di benvenuto ai turisti da parte della compagnia telefonica Nepal Telecom, che offre a chi sbarca all’aeroporto di Kathmandu una sim card pre-attivata. L’operazione, sostenuta dal Ministero dell’Informazione e della Comunicazione del Nepal, punta a divulgare il messaggio che il Paese ha superato le difficoltà ed è nuovamente pronto a ricevere i visitatori in sicurezza. Insieme alla sim card viene fornita anche la selfie card “I am in Nepal now”, con una lista di contatti che possono tornare utili durante il soggiorno. 


La ripresa è segnata anche da un crescente aumento delle prenotazioni alberghiere: al momento è occupato il 50 % delle camere disponibili. Ma è importante sapere che in Nepal è possibile anche soggiornare in case private autorizzate, come quelle presenti su Homestay. Dalla nascita del programma nel 2011, sono ormai 145 le strutture presenti sul mercato, a disposizione di chi vuole entrare in contatto con la quotidianità della popolazione locale. Inoltre, il fatto di avere il visitatore in casa, influenza positivamente gli abitanti, che si sentono responsabili della crescita del villaggio da un punto di vista turisico.


Novità anche nel campo dei trasporti: da una joint venture sino-nepalese arriva la nuova Himalaya Airlines, dotata di Airbus 320 e 319, e che ha già in programma di acquistarne altri 15 in futuro. Questa compagnia aerea è la VI ad operare sulla tratta da/per Delhi e si va ad aggiungere alle 27 già operanti nel Paese. Sempre in merito ai trasporti aerei, infine, su richiesta del Governo del Nepal, la banca cinese China Exim Bank si è resa disponibile a finanziare la costruzione di un terzo aeroporto internazionale a 3 chilometri da Pokhara, che potrà essere utilizzato da aerei A320 di medio raggio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero